Il grave lutto che ha colpito ieri la famiglia Patriciello ha sospeso attività e ostilità nel centrodestra molisano.
A Palazzo Vitale per la riunione di maggioranza, ai consiglieri la notizia dell’improvvisa e tragica scomparsa di Stefano Patriciello – fratello dell’eurodeputato Aldo e cognato del vicepresidente della Regione Vincenzo Cotugno – è arrivata proprio nei momenti in cui stava per iniziare il conclave.
Nessuna riunione, dunque, tutto rinviato probabilmente a fine settimana.
Poca voglia di parlare fra gli esponenti della maggioranza in Regione. Anche fra i dissidenti prevale il silenzio per rispetto del parlamentare europeo di Forza Italia e del cognato Cotugno, a cui il governatore aveva assegnato il ruolo di mediatore e ‘raccoglitore’ delle istanze dei consiglieri, insieme al sottosegretario Quintino Pallante. Avrebbe dovuto toccare a loro due, ieri mattina, riportare la posizione del governatore Donato Toma – che ha dichiarato la massima apertura su composizione della giunta, dell’organigramma in generale anche del Consiglio e sulle deleghe a cui ambiscono alcuni eletti di Palazzo D’Aimmo purché però arrivi un documento firmato da tutti – e cercare di arrivare a una soluzione condivisa.
Alla vigilia, come è d’obbligo, ognuno aveva ribadito la sua. In particolare dal polo civico era arrivato una sorta di aut aut: cambiare rotta e registro oppure sarà meglio staccare la spina a questa legislatura. Queste in sintesi le dichiarazioni a Primo Piano Molise del presidente dell’Assemblea legislativa Salvatore Micone e della ex leghista Mena Calenda.
Proprio Calenda, insieme alla collega Aida Romagnuolo (anche lei espulsa dalla Lega dopo i dissensi con l’allora coordinatore regionale e assessore regionale Luigi Mazzuto), ieri mattina avrebbe posto la questione dell’assessore esterno: no a Marone perché non eletto e dopo che si è abrogata la surroga mandando a casa quattro consiglieri e dichiarando esigenze e obiettivi di risparmio e no a Marone – queste sarebbero state le valutazioni avanzate dalle pasionarie – perché alle regionali del 2018 non volle candidarsi col centrodestra di Toma e si dice abbia votato per altri schieramenti.
Ma il confronto è stato troncato sul nascere. Una telefonata concitata ha raggiunto Vincenzo Cotugno. In quei primi drammatici momenti si parlava solo di un incidente. Cotugno ha quindi lasciato la riunione e poco dopo ai colleghi sono arrivate ben più tragiche conferme di quanto era accaduto. Il terribile incidente sulla statale 158 in cui ha perso la vita Stefano Patriciello ha sospeso tutto. Come era naturale e giusto che fosse.
red.pol.