Venerdì una nuova riunione di maggioranza. Le premesse sembrano migliori di qualche giorno fa. Anche i dissidenti parlano di un’apertura di dialogo sia da parte del presidente sia da parte dei consiglieri. «Però le parti si devono incontrare e trovare una soluzione che soddisfi entrambi: noi che chiediamo dialogo e coinvolgimento e il presidente che deve poter contare su una squadra coesa», ragiona Andrea Di Lucente.
Il capogruppo dei Popolari guida la fronda insieme al presidente del Consiglio Micone. Tra i sei del polo civico nato dopo che il governatore ha nominato Marone in giunta, le posizioni sono differenziate. Il nucleo di base è costituito da Micone, Di Lucente e Romagnuolo.
Che hanno discusso in questi giorni anche della possibilità di presentare una mozione di sfiducia, dall’interno della maggioranza quindi, in caso non si arrivi a una soluzione che cambi le cose. Quindi, Di Lucente allontana l’ipotesi di votare il documento Pd-5s ma conferma pure: «Noi speriamo di rimettere in piedi la barca, se non ci riusciremo vorrà dire che sarà stato un bel fidanzamento, una bella avventura. Troppe cose non vanno e se non si cambia non ci sono i presupposti per andare avanti».
I dissidenti non sono tentati dall’abbraccio con Pd e 5s (così sembra almeno) ma dalle urne sì.
«Lo abbiamo detto più volte, chiediamo maggior confronto, una condivisione delle idee, del programma, di quello che si deve fare, che vengano rispettati gli accordi presi, maggiore coinvolgimento di alcuni consiglieri che hanno voglia di lavorare per il Molise. Toma non deve essere sordo, anzi deve cercare di coinvolgerci, viviamo sul territorio e sentiamo le lamentele dei cittadini», ha detto a Teleregione Di Lucente.
Il casus belli è stato lì ingresso di un esterno in quota alla Lega dopo l’abrogazione della surroga che ha mandato a casa quattro ex consiglieri. Per alcuni la priorità è la revoca di Marone, forse non per tutti. Ma tutti sarebbero, così trapela, propensi a firmare un documento che contenga questa richiesta al presidente. Al documento lavora un gruppo di consiglieri. «I buoni propositi per trovare una soluzione ci sono, erano emersi nell’avvio della riunione che poi abbiamo rinviato per il lutto che ha colpito in quelle ore la famiglia Patriciello. Sono convinto che con maggior dialogo si possa riuscire a costruirla, una soluzione. Ma se non si riesce a uscire da questa crisi forse l’unica strada è quella di tornare a votare», conclude Di Lucente.