Un avviso che sa di definitivo. Le decisioni di oggi, dopo la prima esclusione della Lega dall’esecutivo regionale e il recupero della posizione con la nomina di Marone, molto probabilmente cambieranno i rapporti fra il governatore Toma e il Carroccio. In bene o in male, nel centrodestra i leghisti passano per essere di poche parole e atteggiamenti conseguenti: se il presidente del Molise revocherà le deleghe all’avvocato termolese, «se ne assumerà le conseguenze politiche a livello regionale e nazionale».
Lo dice Jari Colla, giovane commissario del partito dal linguaggio educato ma fermo. Ha letto della nuova quadra trovata in maggioranza. Che passa sempre e solo per l’estromissione del suo assessore. «Tra l’altro, nel merito, non posso non segnalare come abbia risolto in poche settimane un problema che si trascinava per anni, mi riferisco ai precari di Molise Acque che in base all’accordo raggiunto ora entrano alle dipendenze dell’azienda con la prospettiva della stabilizzazione. Sarebbe paradossale penalizzare chi ha dimostrato di saper trovare una soluzione ridando serenità a 50 famiglie, di questi tempi un traguardo di assoluto rispetto», ragiona il deputato milanese.
La novità è che al posto di Marone entra Pallante di Fratelli d’Italia. «Dopo che Berlusconi ha chiamato Toma non credo ci sia altro da aggiungere. Salvini e Berlusconi hanno dato indicazioni chiare e precise». Quanto meno di aspettare, da quel che è trapelato sul colloquio col Cav. Dopo le regionali d’autunno e quindi a ridosso del giro di boa di fine novembre, si ridiscute tutto.
La situazione, dice Colla, non è cambiata. «Senza la Lega in Molise non si vince, mi auguro che il governatore voglia ricordarselo se vuole governare serenamente nei prossimi tre anni. È il garante della coalizione e auspico voglia preservare tutti», mette in chiaro. E se invece sceglie la sua maggioranza che vota in Aula? «Sarà il primo presidente di centrodestra che rompe l’alleanza a due mesi da elezioni regionali in cui ci presentiamo uniti. Se lo fa, se ne assumerà le conseguenze politiche sia a livello regionale sia nazionale. Non siamo gli scendiletto di nessuno… Mi auguro perciò che si continui col rapporto leale che c’è stato fino ad oggi». Il richiamo allo scenario nazionale concretizza il rischio, che Toma ha sempre detto di voler evitare, che il Molise guidato dal centrodestra perda terreno per esempio alla Conferenza delle Regioni, dove la Lega è l’azionista col maggior numero di quote.
Nulla contro Fratelli d’Italia, prosegue poi Colla. Per ora Salvini e Meloni non litigano. «FdI rivendica posizioni e fa bene a farlo. Ma se è giusto riconoscere il contributo del partito di Meloni, lo è altrettanto riconoscere quello della Lega che alle elezioni prese molti più voti».
r.i.