Si avvicina la fine della provincia di Isernia con l’arrivo del decreto legge all’esame del primo Consiglio dei ministri di novembre. Sarà così ridefinita la mappa geografica del Belpaese con le nuove regole fissate dalla legge sulla spending review. Nessuna deroga è alle viste. Restano i criteri fissati in precedenza con l’accorpamento degli enti con meno di 350.000 abitanti e con meno di 2500 chilometri quadrati di superficie. Le province passeranno così da 86 a 50, comprese le città metropolitane. Dalle 50 rimaste in vita bisogna sottrarne ancora una decina che dovrebbero essere ‘‘‘‘‘‘‘‘soppresse’ dalle regioni a statuto speciale anche se il Governo in questi casi ha concesso una proroga di 6 mesi. La novità riguarda l’arrivo del commissario dal giugno del 2013 che si insedierà anche nelle provincie non interessate dall’accorpamento. Sarà lo stesso commissario ad interessarsi della fase di transizione verso il nuovo regime. Resta una speranza per Mazzuto e De Matteis: la figura del commissario potrebbe coincidere con il presidente uscente. Diversamente una figura super partes sarà nominata dal Governo o dal prefetto. Ovviamente coinvolti nella rivoluzione amministrativa saranno anche gli uffici periferici dello Stato con prefetture e questure che saranno sottoposte ad una ‘‘‘‘‘‘‘‘consultazione del Governo col territorio’. Per il personale, nonostante non siano alle viste licenziamenti, è possibile che sarà attuato qualche trasferimento, in base alle necessità d’organico. Determinante in tal senso sarà un incontro tra Governo e sindacati. L’ultima novità riguarda i consiglieri provinciali che non saranno più eletti dai cittadini ma dai consiglieri comunali con una logica cosiddetta ponderata in maniera tale che i centri più grandi abbiano maggiore peso politico dei paesi più piccoli.

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