Ripartire insieme, Stato e Regioni. La concertazione istituzionale ha permesso al Paese di affrontare la fase più dura dell’emergenza sanitaria e ora deve essere alla base di un patto per la ricostruzione che definisca in primo luogo strategie e interventi per il rapido ed efficace utilizzo delle risorse europee. Da qui la richiesta al governo che le Regioni abbiano un ruolo diretto, da protagonisti, nella redazione del piano per il Recovery Fund.
Le Regioni italiane a Statuto ordinario compiono 50 anni (nel 1970 le prime elezioni) e i loro presidenti sono stati ricevuti ieri pomeriggio al Quirinale, dove hanno consegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella due documenti: uno sulle proposte per l’Italia, basato su un patto rinnovato fra le Regioni stesse, e un’agenda 2020-2021 per il rilancio del Paese. Documenti approvati in una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome dopo la mattinata dedicata alla loro redazione.
I gruppi di lavoro si sono riuniti all’hotel Naiadi a Roma. Al governatore del Molise Donato Toma è toccato chiudere il seminario che ha affrontato la riflessione sulla ripartenza di settori essenziali, a partire dalla sanità. Sanità che, pur con tutti i limiti, è fra le più efficienti d’Europa. «Ricordiamolo sempre, non solo quando assistiamo ad una capacità di flessibilità che non ha eguali, come è stata quella che ha caratterizzato l’attività di medici, infermieri e operatori sanitari durante le drammatiche ore delle prime settimane dell’emergenza», è la sintesi nel documento consegnato a Mattarella. Sanità per la quale va fatto di più, «rafforzando la rete territoriale ed integrandola meglio con quella ospedaliera» e «lavorando su un grande piano di investimenti per l’edilizia sanitaria e per una nuova stagione di assunzioni di personale».
Al Quirinale, il Capo dello Stato ha sottolineato il ruolo di «componente fondamentale dell’architettura della Repubblica» che le Regioni hanno conquistato in 50 anni, «forte elemento di coesione del popolo italiano». Ma anche le Regioni, ha rimarcato Mattarella, «partecipano al dovere di eseguire gli articoli 2 e 3 della Costituzione. È un compito collettivo, che coinvolge la Repubblica intera, come ci dice anche una lettura autentica dell’articolo 118 dove la sussidiarietà è indicata non solo come metodo ma come valore».