Francesco Di Falco sa che con una dose media di cinismo in molti vedono la sua nomina a capo dello Iacp di Campobasso come un ‘‘‘‘contentino’, il piano B per rimediare alla sua non rielezione in Consiglio regionale un anno fa. Sta al gioco Di Falco, d’altro canto per la politica questo non è il momento migliore. Ma si toglie lo sfizio di rispondere che l’istituto autonomo case popolari “non è certo il circolo del bridge”. Si dice ovviamente onorato dell’incarico deciso dalla Giunta di via Genova ieri pomeriggio confermando le indiscrezioni. L’ente è stato ‘‘‘‘decapitato’ dalla decisione del gip Maria Libera Rinaldi che ha interdetto dai pubblici uffici il predecessore di Di Falco, Pierluigi Lepore. E così, dopo Picciano a Molise Acque, il presidente Iorio ha ‘‘‘‘ricollocato’ anche l’ex consigliere regionale di Termoli, ricandidatosi con l‘‘‘‘Udc e rimasto fuori da Palazzo Moffa, primo dei non eletti dietro a Sabusco e Velardi. “Guidare lo Iacp significa occuparsi fattivamente di chi ha bisogno, di chi sta peggio. Nuclei familiari in difficoltà, che non possono permettersi un’abitazione – dichiara Di Falco – e che magari hanno anche altri problemi seri. Sono determinato a dedicarmi con passione a questo nuovo impegno che mi gratifica molto e di cui ringrazio il presidente e l’esecutivo. Direi che quell’ente è un assessorato alle politiche sociali ‘‘‘‘aggiunto’, ci sarà da rimboccarsi le maniche. Respingo piuttosto l’idea dell’esser stato nominato come al Grande fratello o accontentato. La vicenda politica la terrei sullo sfondo”, conclude. Rinviando di qualche giorno un prima impressione su quel che lo attende.

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