La conferma in serata. Per ora nessun ordine di trasferimento di migranti dall’hotspot di Lampedusa alla provincia di Campobasso.
L’ipotesi formulata lunedì per alleggerire il centro – che vedeva gli immigrati arrivati in partenza per Piemonte, Calabria e appunto Molise – non si è poi concretizzata. Alla Prefettura del capoluogo non è arrivata alcuna nota ministeriale ufficiale che disponesse di trasferire i migranti. Inizialmente si era parlato di un gruppo di una cinquantina di persone destinate a Campolieto, dove il Cas è quasi vuoto perché gli uffici del Palazzo del Governo hanno completato le procedure di espulsione e rimpatrio dei tunisini che hanno terminato la quarantena.
All’ipotesi si era opposto il governatore Donato Toma con una nota inviata al premier Conte e ai ministri Lamorgese, Speranza e Boccia. «Sono state accolte le mie richieste che sono le richieste di una regione. Il governo ha compreso le nostre esigenze», il commento di Toma dopo lo ‘scampato pericolo’.
Nella lettera a Palazzo Chigi, il presidente aveva rappresentato che «al momento ci troviamo a fronteggiare una situazione molto delicata, dovuta al rientro in regione di molisani che hanno trascorso vacanze all’estero, anche in Paesi a forte impatto Covid-19. Stiamo effettuando tutti i tamponi e i controlli del caso e abbiamo bisogno di poter destinare tutte le risorse professionali, umane ed economiche a questa fattispecie. L’ingresso di un nuovo flusso di immigrati – così Toma nella missiva a Roma – creerebbe motivi di tensione e di preoccupazione, pertanto chiedo formalmente (…) di volermi rassicurare escludendo tale evenienza. La nostra regione è stata tra le prime in Italia a recepire tutte le norme varate dal Governo e la nostra comunità ha diligentemente osservato tutte le prescrizioni fin dall’inizio. Questo ci ha portato a essere un modello virtuoso per il contenimento dei contagi e per la gestione epidemiologica.
La situazione nella nostra regione è costantemente sotto controllo grazie a una collaborazione interistituzionale a tutti i livelli. Per questo, soprattutto nel presente frangente, riteniamo quanto mai opportuno evitare qualsiasi ulteriore pericolo di diffusione del contagio – la sua conclusione – dovuto a ingressi di persone non adeguatamente sottoposte a controlli sanitari, né poi successivamente adeguatamente controllabili all’interno delle strutture di accoglienza».