Dopo la sentenza del Consiglio di Stato il Pd ha chiamato tutti a raccolta. La breve relazione di Danilo Leva rimette sul tavolo l’agenda del partito che il 29 ottobre ha affilato la vittoria in Sicilia con l’Udc e il capovolgimento della situazione in Molise, restituendo a Michele Iorio la sconfitta al Consiglio di Stato patita undici anni fa. Ripete in particolare che: non immagina un centrosinistra senza Costruire democrazia e che le primarie per le regionali servono a fare sintesi di un’alleanza più ampia da costruire. “Perché da soli non bastiamo”, sottolinea consapevole che lo iorismo non è alle spalle. Poi prende la parola Paolo Frattura che parla con un tono diverso rispetto a ventiquattro ore prima: “Non vince Frattura, o Leva o Ruta. Vince il centrosinistra. Men che meno vincerà il rottamatore fatto in casa. Io non ci sto ad un accrocco di sigle per stare insieme. le cose che insieme non stanno non si possono incollare. Non ci sto accanto a chi la sera dice una cosa e la mattina dopo rottama tutto quel che c’è. Non mi sono candidato per fare il procuratore, inoltre. La politica della denuncia non mi appartiene, a queste cose deve pensare la magistratura. Frattura – batte i pugni sul tavolo – partecipa alle primarie e con Pd, Sel e Idv è convinto di replicare lo straordinario successo di un anno fa. Alle primarie e poi alle elezioni principali”.