Presto i compensi di governatori, consiglieri e assessori subiranno una netta sforbiciata. Chiamati a mettersi subito in regola anche le nuove assemblee di Molise, Lazio e Lombardia, le tre regioni che presto andranno al voto. Entro il 23 dicembre dovranno invece allinearsi tutte le altre, così come prevede il decreto sui costi della politica, al vaglio dell’aula già da domani. Se qualcuno dissentirà allora scatteranno i poteri sostituivi. In altre parole il governo taglierà i trasferimenti statali. Grazie ad un emendamento varato dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera, è giunto il via libera non solo per la riduzione di indennità e risorse ai gruppi, il disco verde riguarda anche il taglio degli inquilini di palazzo che in ogni regione dovranno essere eletti in rapporto alla popolazione. Nessuna deroga per il Molise che non ha ancora approvato lo Statuto in via definitiva. Il governo non fa sconti: le misure del decreto si applicano anche alle tre regioni interessate al voto. Mentre i tagli agli stipendi dovranno essere applicati entro tre mesi dalla data d’insediamento. Risolto il problema della riduzione degli inquilini per il Molise e il Lazio che non hanno sforbiciato le proprie rappresentanze politiche. L’emendamento chiarisce che a nuove elezioni si va per eleggere il numero dei consiglieri già ridotto, anche se le Regioni non si sono ancora allineate. Dopo gli stipendi che saranno più modesti che nel passato, il governo ora prova ad introdurre anche l’anagrafe patrimoniale. Lo prevede sempre il decreto sui tagli ai costi della politica nelle Regioni. I dati dell’anagrafe patrimoniale saranno resi pubblici sul sito internet della Regione. Il provvedimento stabilisce una serie di tagli e di condizioni che le Regioni devono effettuare o adempiere entro il 23 dicembre, pena il taglio dei trasferimenti dello Stato e degli stipendi di assessori e consiglieri regionali. Tra le condizioni da adempiere c’è anche quella di avere “disciplinato le modalità di pubblicità e trasparenza dello stato patrimoniale dei titolari di cariche pubbliche elettive e di governo”, che dovrà essere “pubblicato annualmente, all’inizio e alla fine del mandato, sul sito istituzionale dell’ente”. Questa dichiarazione dovrà contenere “i dati di reddito e di patrimonio con particolare riferimento ai redditi annualmente dichiarati; i beni immobili e mobili registrati posseduti; le partecipazioni in società quotate e non quotate; la consistenza degli investimenti in titoli obbligazionari, titoli di Stato, o in altre utilità finanziarie detenute anche tramite fondi di investimento, SICAV o intestazioni fiduciarie”. Le singole Regioni dovranno anche stabilire delle “sanzioni amministrative per la mancata o parziale ottemperanza” all’obbligo di dichiarare lo Stato patrimoniale.

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