La seconda ondata, annunciata fin dall’inizio dell’emergenza Covid, quindi attesa e prevedibile, non è stata arginata per tempo.
Michele Iorio rilancia l’idea del centro ad hoc al Vietri di Larino e punta il dito contro i responsabili del quadro attuale, un quadro a tinte fosche. «C’era da aspettarselo – spiega – e gli indirizzi del governo nazionale spingevano a prepararsi ad una emergenza, come quella che sta avvenendo. Il ritorno forte della pandemia trova il sistema sanitario in affanno mentre avremmo avuto bisogno di soluzioni diverse».
Iorio lo ha più volte rimarcato, in Aula e fuori dal Palazzo in questi otto mesi. «Ho speso parole, interventi, sollecitazioni, anche qualche denuncia pubblica ma non si è voluta predisporre una riorganizzazione organica, con un ospedale Covid in Molise. E oggi siamo in questa situazione». Una sorta di bomba ad orologeria secondo l’ex presidente della Regione. «Esplosiva sì – rafforza il concetto -, al pronto soccorso di Isernia ci sono pazienti Covid che non riescono ad essere smistati (al Cardrelli, ndr), un pericolo imminente per altri possibili contagi, un fatto che non doveva accadere. Nessun allarmismo, d’accordo – chiosa – ma non è che dobbiamo restare in silenzio, senza nemmeno offrire suggerimenti. Non sono ascoltato, non siamo ascoltati come Consiglio regionale. Questa sanità non è in grado di rispondere all’emergenza che stiamo vivendo, bisogna fare qualcosa di sostanziale e in rapidità». L’emergenza nell’emergenza è rappresentata dalla cronica carenza di personale medico. «È vero, la pianta organica della sanità molisana è carente in percentuale altissima e questo da anni. Ma non si è fatto nulla per riempire gli organici e magari aumentarli così come prescrive il governo nazionale. Sono davvero preoccupato» il commenta laconico dell’esponente di Fratelli d’Italia.
«La Regione non ha detto una parola sulla riorganizzazione della sanità in periodo Covid. Una responsabilità del presidente e del Consiglio che avrebbero dovuto operare ciascuno per le proprie competenze e invece? Siamo in attesa degli eventi, ci limitiamo a commentare quello che viene fatto a livello nazionale. Il Molise, di suo, non ha fatto nulla. La situazione di Isernia – preconizza – si presenterà anche in altri ospedali, le terapie ordinarie sono ridotte al lumicino, una situazione che dura da troppo nell’indifferenza di chi dice “va tutto bene, madama la marchesa”. Senza colpe da addossare a tutti i costi ma non va affatto tutto bene. Noi vogliamo collaborare ma ci vuole un tavolo di discussione».