È un caso che Giovanni Di Stasi sia tornato a partecipare al dibattito politico in Molise pochi mesi prima che i giudici amministrativi chiudessero la decima legislatura come posero fine alla sua. Lo è perché le esperienze professionali che lo hanno portato in giro nel mondo per conto dell’Ue gli consentono ora di stare più tempo a casa. E non lo è perché ad una sua ricandidatura a presidente della Regione pensano in molti. Qualcuno ci lavora. Una provocazione qualche mese fa, a cui Di Stasi non ha prestato il fianco. Ancora oggi, se glielo si chiede, minimizza. Si limita a uno spiraglio impercettibile ai più: “Partecipo al dibattito”. Il contenitore di una coalizione in costruzione è Libertà e Giustizia: dentro ci sono politici di sinistra (Monaco) e pure qualcuno di destra che con Iorio ha rotto (Di Giandomenico), c’è la società civile, ci sono le istanze di partecipazione dal basso. L’associazione presieduta da Sandra Bonsanti – a Termoli per un’assemblea due giorni dopo l’udienza al Consiglio di Stato sulle regionali 2011 – ha promosso il regolamento delle primarie del centrosinistra.
Non è questione di corsi e ricorsi storici, quanto di coincidenze e condizioni favorevoli. Il centrosinistra è in un momento, paradossalmente, difficile. Vinto la causa a Palazzo Spada, ripristinata – dice l’Idv e sottolinea il Pd – la legalità rispetto ad una partita che per loro era “truccata”, comincia qui la vera sfida per lo schieramento lontano dal governo proprio da quel ‘‘‘‘‘‘‘‘maledetto 2001’: unità e credibilità.

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