L’emozione gli stava giocando un brutto scherzo. Ha dovuto bere un sorso d’acqua per riprendere il suo appassionato monologo. Massimo Romano non se l’aspettava. Non pensava che a così tanta gente potesse interessare il programma partecipato del movimento civico Costruire Democrazia. In platea anche volti noti della politica regionale: i consiglieri Di Donato e Monaco, definitisi “attenti osservatori”. E poi la gente. Di Campobasso. Ma anche di Isernia, Bojano, Termoli. Insomma, Cd pesa eccome. Pesa così tanto che il suo leader esce allo scoperto e afferma che “a giudicare da questo calore e dal pubblico, posso escludere che andremo da soli, oggi dobbiamo concentrarci su cosa fare e dopo ragioneremo con chi farlo. La tessera di partito non è più sinonimo di onestà né tantomeno di correttezza a prescindere, vale la qualità delle persone, il loro percorso, la loro onestà. Sono convinto – ha aggiunto – che il Molise possa esprimere una classe dirigente migliore di quella che c’è stata fino a oggi, nel centrodestra ma anche nel centrosinistra”.
Romano non chiude la porta in faccia a nessuno. “Apriamo un dialogo con tutti i cittadini e con tutte le forze politiche mettendoci la faccia – ha precisato – sollecitando tutti coloro che sono stanchi della solita vecchia politica. Non alziamo muri ma creiamo contatti tra quelle persone che hanno a cuore interessi pubblici e non privati”. Sogna una classe politica che possa presentarsi agli elettori con un programma migliore, condiviso. Interpelliamo i cittadini, presentando loro il rendiconto di ciò che abbiamo fatto come portavoci di Costruire Democrazia all’interno delle istituzioni e per decidere anzi codecidere cosa bisogna fare in futuro per il bene del territorio e dei cittadini. Basta con le vecchie logiche della casta – ha ribadito – con le vecchie logiche clientelari che hanno soffocato i migliori talenti costretti ad abbandonare il nostro territorio. Bisogna ripuntare, in una logica di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, sulle qualità di questo territorio e sulle potenzialità che esprime che non sono quelle di regalarlo ai lobbisti dell’energia che fanno profitti non lasciando nulla. Bisogna puntare sulle produzioni di qualità per creare sviluppi al di fuori di quella logica capitalista che ha massacrato il tessuto produttivo, assorbendo decine di milioni di euro di denaro pubblico, violando la dignità dei lavoratori”. Dalle merci ai beni, dai numeri agli uomini nel rispetto delle regole e nel ripristino dei meriti: le linee guida di un programma partecipato per “servire i cittadini”. E che prevede un patto con gli elettori, dimissioni al buio. Ancora: economia, lavoro, sociale, salute, ambiente, energia, rifiuti, archeologia, cultura, banda larga, informazione, istruzione, ricerca scientifica. Ma anche un bilancio sano e controllato, programmazione del fisco per i crediti verso la pubblica amministrazione. Infine trasporti, infrastrutture, emergenze, ricostruzione e sicurezza. L’incontro si è aperto con la proiezione di un filmato di Robert Kennedy. Il candidato alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti d’America del 1968 sosteneva che la ricchezza di un paese non si desume dal Pil. “A noi interessa il Fil, la felicità interna lorda”, il commento, tra il serio e il faceto, di Michele Durante.

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