Il vaccino antinfluenzale spacca anche la maggioranza di Palazzo D’Aimmo. Dopo le polemiche delle minoranze, la vicepresidente Filomena Calenda denuncia: mancano dosi a 60mila molisani. E chiama in causa il governatore Toma e il dg Asrem Florenzano.
Ma prima della polemica politica vale la pena fare il punto su qualche elemento di fatto.
I conti di azienda sanitaria e Regione, basati sul fabbisogno stimato e sulle richieste di medici, pediatri e strutture sanitarie pubbliche e private, non segnalano grandi criticità. Anzi, per quanto riguarda le dosi di antinfluenzale destinate alla profilassi gestita dal dipartimento di prevenzione (quindi destinata anche a ospedali Asrem e centri convenzionati come Gemelli e Neuromed) la campagna è completata.
I numeri forniti dai medici di base e riguardanti i semplici cittadini, invece, divergono molto. La Fimmg, attraverso il segretario Tartaglione, ha confermato ieri a Isnews difficoltà di approvvigionamento e percentuali che si aggirano fra il 50 e il 60%.
Di particolare importanza in questo 2020 la campagna antinfluenzale è stata annunciata come ‘espansiva’: con l’obiettivo cioè di raggiungere più persone possibile e di ampliare la platea di coloro a cui è raccomandato sottoporsi a profilassi.
La stima del fabbisogno, però, era prevista proprio per i mesi in cui è scoppiata in Italia l’epidemia coronavirus: febbraio/marzo. Solo dopo il lockdown le amministrazioni (Regioni e Asl) hanno avuto un quadro più preciso della situazione anche se nelle gare che nel frattempo erano state in parte avviate un aumento delle dosi era previsto. Le case farmaceutiche però avevano già programmato la produzione. In molte regioni sono state consegnate meno forniture di quelle attese, in alcuni casi meno di quelle appaltate e la magistratura penale sta indagando, per esempio in Piemonte.
Questo il quadro in cui si è mosso il Molise, che dalla gara espletata con l’Abruzzo è riuscito a reperire – per esempio – solo il 50% del tetravalente (che si somministra dai sei mesi in su ma non agli over 65). Sempre insieme alla stazione appaltante abruzzese, i responsabili della farmaceutica di Regione e Asrem hanno ottenuto altre dosi attraverso procedure semplificate. Man mano che vengono consegnate le forniture, si smista attraverso Federfarma ai medici.
Un andamento a singhiozzo, figlio del ‘peccato originale’ della fornitura reperita solo a metà che probabilmente è uno dei motivi della discrasia fra la fotografia scattata dalle istituzioni e la situazione che i medici denunciano. E di sicuro, chi non rientra nelle categorie a rischio e che gli altri anni ha potuto acquistare il vaccino in farmacia, quest’anno difficilmente riuscirà.
Inoltre, mentre, seppure a singhiozzo, altre forniture attese stanno arrivando in deposito, le 15-20mila dosi promesse dalla Campania (e che pare dovessero giungere dall’Asl Napoli 2 Nord) non sono ancora nella disponibilità del Molise.
Debite premesse per capire che la questione è ancora spinosa. Tanto che le segnalazioni sono numerose. «Siamo ormai arrivati a metà dicembre e oltre 60mila molisani sono ancora in attesa di ricevere il vaccino antinfluenzale», sintetizza Filomena Calenda. A cui risulta che neanche le 9mila dosi annunciate da Toma nei giorni scorsi siano ancora in regione e comunque «non sembrano essere sufficienti per coprire il fabbisogno regionale della popolazione più a rischio». La consigliera ex leghista ha scritto perciò al direttore dell’Asrem per capire «se siano arrivo le dosi in un quantitativo utile e sufficiente a vaccinare coloro i quali hanno maggiori necessità di tutelarsi dalle complicanze di un’influenza stagionale».