L’ora più buia, per dirla con Churchill, affrontata con «il governo peggiore». Netto il giudizio sul Conte bis, tuttavia l’apertura «per salvare il Paese» la conferma. Deputata, coordinatrice di Forza Italia in Molise, Annaelsa Tartaglione al 2021 guarda come l’anno del giro di boa effettivo in regione, dove richiama non a caso il concetto di squadra, il clima di tre anni fa che portò alla vittoria e a cui il centrodestra a suo giudizio dovrebbe tornare.
Novità anche per la sanità in questa intervista: un emendamento degli azzurri al bilancio consente di rimodulare il debito attraverso Cassa depositi e prestiti.
Onorevole Tartaglianone, il governo in carica arriverà a fine legislatura?
«Difficile prevederlo. Colpi di scena in questa legislatura non sono mai mancati, non credo però si sciolga il Parlamento.
Ma la domanda che si fanno i cittadini è un’altra: questo governo è all’altezza delle sfide che attendono il Paese nei prossimi mesi? Una su tutte, la decisiva campagna di vaccinazione anti Covid. Purtroppo i precedenti non depongono proprio a favore di questa maggioranza, e in questi giorni si parla solo di rimpasti e poltrone, poche idee concrete. È chiaro a tutti ormai che ci troviamo ad affrontare il momento peggiore dal dopoguerra ad oggi con il governo peggiore».
Forza Italia potrebbe in qualche maniera supportare l’azione del premier Conte?
«La nostra posizione è chiara: siamo un’opposizione seria, costruttiva e responsabile, che ha a cuore il benessere dei cittadini e vuole dare concretamente il suo contributo nell’interesse del Paese. Lo abbiamo fatto chiedendo e ottenendo alcuni miglioramenti sul fronte ristori e in Manovra a favore di partite Iva, attività commerciali e professionisti, la parte più dinamica, vitale e produttiva del Paese ma anche la più esposta in questa pandemia. E gli ultimi sondaggi stanno premiando la serietà di Forza Italia, attestandoci di nuovo sopra il 10%.
Ma i nostri voti in Parlamento ci saranno sempre per salvare il Paese, mai per salvare questo governo.
Siamo e restiamo nel centrodestra, che senza di noi non esisterebbe perché è stato fondato dal presidente Berlusconi nel 1994. Il nostro obiettivo è non solo quello di essere determinanti per vincere, ma anche di tornare ad essere trainanti per governare nel migliore dei modi possibili il Paese, con la coalizione unita».
Immagina un ruolo importante per Berlusconi nel prossimo governo?
«Il presidente Berlusconi, al di là dei titoli e dei ruoli, ha dimostrato di incidere sempre nella politica italiana, dal momento in cui è sceso in campo. E continua a farlo oggi in vari modi e livelli: dalle campagne elettorali sui territori (come dimenticare ad esempio il suo tour in Molise, che è stato determinante per vincere), alla vicinanza costante con i gruppi parlamentari, passando per il lavoro in Europa, il legame solido con il Ppe e gli importanti rapporti che solo lui può vantare sul palcoscenico internazionale. Berlusconi è un fuoriclasse e per questo sarà sempre determinante, qualunque ruolo ricopra».
Prima o poi il Cavaliere dovrà godersi la meritata pensione, anche se appare difficile che una persona come Berlusconi possa lasciare la scena per ritirarsi a vita privata. Lei che conosce le dinamiche, dal suo punto di vista, esiste un futuro per Forza Italia dopo Silvio?
«Forza Italia è Silvio Berlusconi e Silvio Berlusconi è Forza Italia. Non si discute. Ma proprio grazie al lavoro svolto ormai a cavallo di tre decadi dal suo fondatore, Forza Italia è uno dei movimenti più longevi della politica italiana.
Il futuro di Forza Italia è nei nostri valori e nelle idee liberali, cattoliche, garantiste, europeiste, riformatrici, che solo noi portiamo avanti all’interno del centrodestra.
Abbiamo una chiara identità, siamo i moderati e liberali del centrodestra, una lunga storia alle spalle e una classe dirigente giovane e rinnovata sia sui territori sia in Parlamento, quindi avremo anche un grande domani davanti a noi».
Da circa due anni alla Camera dei deputati tra i banchi dell’opposizione. In un contesto che – vuoi per l’emergenza pandemica, vuoi per la presunzione politica dei 5 stelle – il ruolo del Parlamento è assai svilito. Il governo pone la fiducia sulla maggior parte dei provvedimenti. Per il resto, decreti legge e Dpcm. È complicato così portare risultati a casa?
«Non è affatto semplice, soprattutto per un movimento come il nostro che non si limita appunto alla protesta fine a se stessa, ma ha molte idee e proposte da mettere in campo.
Nonostante le difficoltà, Forza Italia è riuscita in Parlamento a porre in essere maggiori tutele per i lavoratori autonomi e per tutte quelle categorie che erano state dimenticate da questo governo.
La speranza è che ora, dopo il coronavirus, gli italiani abbiano compreso che al governo del Paese devono mandare persone capaci e competenti».
La delegazione parlamentare molisana è molto nutrita. In maggioranza siedono tre deputati (Occhionero, Testamento e Federico) e due senatori (Di Marzio e Ortis). O almeno era così fin quando il senatore Di Marzio faceva parte dei pentastellati. Si parlerà molto e spesso del Molise quando si assumono decisioni importanti. Insomma, finalmente il Molise ha assunto un peso specifico serio a Roma. O no?
«Da questo punto di vista, nessun governo è stato più amico del Molise di quello guidato da Silvio Berlusconi con i celebri 576 milioni di fondi Cipe assegnati all’epoca alla nostra regione. Ad oggi non ho visto da questo governo altrettanta considerazione.
Per quanto mi riguarda, ho sempre a cuore la mia regione e, pur stando all’opposizione, durante l’ultima legge di bilancio – insieme al gruppo parlamentare di Forza Italia – siamo riusciti a far passare alla Camera un mio emendamento per i lavoratori precari che si occupano della ricostruzione post sisma in Molise, stanziando a tal fine fondi aggiuntivi pari a un milione di euro. È stato approvato con riformulazione dall’esecutivo, l’obiettivo iniziale del testo era la definitiva stabilizzazione di tutti i precari. Ma credo che sia un segnale importante, e tanti altri passi in questa direzione si possono ancora compiere, anche collaborando con i colleghi molisani alla Camera».
Chi è il leader di Forza Italia in Molise? Toma perché è pure il governatore? Ma la forza politica di Patriciello non può essere messa in discussione. Lei sa il fatto suo. Troppi galli nel pollaio?
«Io di sicuro, essendo donna, non potrei essere definita un gallo e Forza Italia non è certo un pollaio, ma un movimento con molte personalità libere, serie e competenti. È la casa dei moderati, in cui c’è posto per tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi e che credono nel nostro progetto. Ognuno di noi ha ruoli diversi che non si sovrappongono, oltre alla sottoscritta, coordinatrice e parlamentare, c’è un presidente di Regione, un europarlamentare ed anche diversi assessori, sindaci, consiglieri e militanti, tutti a modo loro importanti, determinati e determinanti. Ognuno porta il suo personale e prezioso contributo alla causa».
Dal suo osservatorio privilegiato, come vede il Molise?
«Costretto ad affrontare una crisi economica drammatica e una pandemia con l’aggravio dei ritardi e delle gravi lacune che oggi hanno le regioni del Mezzogiorno e tutti i piccoli territori. È un momento difficile, in particolar modo per i nostri giovani che oggi si sentono perduti. Per quelli che dovrebbero entrare nel mondo del lavoro, ma anche per i tanti studenti privati dei loro diritti a causa dei ritardi e delle incertezze del governo che sul tema si è contraddistinto tristemente e poco o nulla ha fatto per tutelare il mondo della scuola e dei trasporti, compresi quelli scolastici».
Lei (e non solo lei, ma eravate davvero in pochi) ha candidato Donato Toma alla presidenza della Regione e lo ha difeso quando qualcuno, Michele Iorio per esempio, non era d’accordo. Lo rifarebbe?
«La scelta di candidare un esponente della società civile fu condivisa e sostenuta dall’intera coalizione. Dopo i risultati delle politiche e con previsioni e sondaggi che davano i Cinque stelle oltre il 50%, solo aprendo il centrodestra alla società civile si poteva vincere. Toma ha incarnato quel modello. E grazie proprio al gioco di squadra, arrivò l’incredibile rimonta. Se si torna allo spirito di quei giorni, a quell’unità, a quella collaborazione e se tutti dimostrano coerenza e spirito di sacrificio, si può superare qualsiasi tipo di ostacolo. Lo dobbiamo ai nostri elettori e a tutti i molisani».
Soddisfatta dall’azione della giunta regionale?
«I bilanci veri si possono fare solo alla fine. Tante le cose da migliorare e da correggere, come succede in qualsiasi amministrazione. Ma siamo a metà strada e c’è ancora tempo.
Non bisogna sentirsi infallibili, alcuni importanti obiettivi però sono stati raggiunti. Ripeto: l’importante è lavorare nell’interesse della collettività, solo così arriveranno i risultati».
Si divide tra Roma, Isernia e Campomarino. Quando è in Molise, come in questi giorni, vive il territorio. Sia sincera: quale l’umore che raccoglie sull’azione del governo regionale?
«La gente soffre, come soffre in tutto il resto del Paese. Grazie al mio ruolo, ho avuto l’opportunità di visitare anche altre città e regioni. Quando le cose vanno male nel mirino ci finisce sempre chi governa, è la natura delle cose. L’importante è saper ascoltare e trarre spunto per migliorare. Questo è quello che dobbiamo fare tutti».
Anche sulla gestione della sanità va tutto bene?
«Ci ritroviamo con un sistema sanitario locale fortemente penalizzato da continui tagli, chiusure e ridimensionamenti avvenuti negli ultimi dieci anni. Paghiamo la logica che antepone la quadratura dei conti al diritto alla salute dei molisani, un concetto ribaltato da un emendamento alla legge di bilancio presentato proprio da Forza Italia alla Camera e approvato a fine anno. Grazie a questo emendamento sarà infatti possibile rimodulare il nostro debito attraverso l’intervento di Cassa depositi e prestiti, e dilazionare i debiti su base trentennale. Questa modifica può portare il Molise ad uscire dalla fase di commissariamento e tornare a fare investimenti seri sul territorio per rafforzare il sistema sanitario.
Il nostro commissario alla Sanità dovrebbe subito applicare questa nuova norma che è un’opportunità per il Molise. Un risultato decisivo grazie all’azione del gruppo di Forza Italia in Parlamento».
Al 31 agosto 2020 gli abitanti in Molise erano 298.067. A gennaio dello stesso anno 300.516. vuol dice che al 31 dicembre i residenti erano meno di 297mila. Con questi numeri sarà possibile mantenere l’autonomia?
«La Valle d’Aosta dimostra che si può sopravvivere anche con numeri inferiori ai nostri. Servono politiche nuove in grado di tutelare e valorizzare davvero le aree interne, non solo attraverso il ripopolamento. Il nemico numero uno da sconfiggere è l’isolamento e per farlo servono infrastrutture materiali e digitali, occorre sfruttare la grande occasione offerta dal “Next Generation Ue”, anche per questo stiamo chiedendo al governo di coinvolgere nella scrittura del Recovery Plan non solo l’opposizione in Parlamento ma anche tutte le Regioni, tra cui il Molise».
Il 2021 di Annaelsa Tartaglione?
«Spero in un anno che restituisca a tutti noi la serenità e libertà nel tornare alla vita quotidiana. Un anno di rinascita per il nostro Paese e meno duro del 2020, che ha messo a dura prova anche i nostri affetti.
L’Italia ha bisogno di certezze, di salute, di protezione, di benessere, del lavoro… e sono sicura che le cose andranno meglio se ciascuno di noi farà al meglio il proprio dovere, come diceva Sant’Agostino: “Sarà un anno migliore, se noi saremo migliori”.
Buon 2021 a tutti!».
lu.co.