No ai container per posti di intensiva e sub intensiva, Veneziale e San Timoteo da utilizzare per decongestionare il Cardarelli e fondi nazionali per coprire il disavanzo.
Sono le proposte, insieme ad altre, dei parlamentari 5s Fabrizio Ortis e Rosalba Testamento al ministro della Salute Roberto Speranza, che hanno incontrato ieri mattina presto a Roma dopo aver manifestato, Ortis anche in simboliche catene, il giorno prima davanti alla sede del Dicastero. Alla riunione pure il viceministro 5s Pierpaolo Sileri.
Dal senatore e dalla deputata un secco no ai moduli removibili chiesti dal presidente della Regione Donato Toma. «Siano l’extrema ratio – hanno sottolineato Ortis e Testamento – visto che l’utilizzo delle strutture ospedaliere esistenti può garantire condizioni operative migliori per i medici e gli operatori sanitari e maggiore dignità per i pazienti bisognosi di cure».
Al centro dell’incontro, in particolare, la questione del commissariamento: nella gestione della pandemia, numerosi incomprensioni e scontri tra struttura commissariale, amministrazione regionale e Asrem. Dissidi che per i pentastellati vanno stoppati. Valutazione che anche al ministro non sarebbe estranea e che i due parlamentari hanno chiesto di sancire con una normativa che, come avvenuto in Calabria, separi ancora meglio le competenze fra presidente e commissario e assegni a quest’ultimo personale ad hoc.
Sul Cardarelli, per esempio, dopo l’esplosione di due cluster importanti, Giustini aveva proposto soluzioni alternative «per arginare il problema del sovraffollamento dei reparti Covid e soprattutto della promiscuità tra malati Covid e malati no Covid, che andrebbero prese in considerazione», ancora i due 5s. Per loro, è «più opportuno utilizzare le strutture ospedaliere pubbliche già presenti in regione, come quella di Larino, ma anche di Venafro e Agnone».
In generale, hanno chiesto di accelerare l’elaborazione di soluzioni per il Molise e ribadito la necessità di un’interlocuzione urgente tra il commissario Giustini, il governatore Toma e il commissario Arcuri «per dare ai molisani un’alternativa dignitosa per i pazienti Covid che non siano i container». Quindi, di mettere la struttura commissariale in grado di operare, sia con mezzi adeguati che con aumentate prerogative, sulla falsariga di quanto già fatto in Calabria. «La nostra richiesta più forte, tuttavia è stata quella di trovare soluzioni strutturali e anche di stanziare fondi necessari al rientro dal disavanzo sanitario con la conseguente fine del commissariamento. E per ottenere questo risultato, non possiamo escludere il coinvolgimento delle altre regioni che fanno mobilità verso il Molise. Adesso – hanno concluso Ortis e Testamento – vogliamo fatti concreti».