Chi ne conosce le posizioni, sa che neanche il Conte bis è il suo governo ideale (ferma restando la distanza dalle politiche leghiste del primo esecutivo di questa legislatura).
A Gregorio De Falco, poi, lo accomuna una amicizia schietta e anche un percorso di ‘insubordinazione’ ai diktat del Movimento che perfino a un capitano di fregata sono stati stretti.
Ex 5s entrambi, ora le strade continuano nella stessa direzione ma non sulla stessa barca, per restare all’immaginario con cui l’Italia riconosce il comandante che intimò a Schettino di tornare a bordo (senza essere ascoltato) la sera del naufragio della Costa Concordia.
«Non entro nel gruppo dei responsabili, no. Diciamo che io per esserlo, responsabile, non ho bisogno di aderire al gruppo…», spiega Di Marzio a Primo Piano. A Repubblica, ieri, De Falco aveva risposto su Di Marzio: «Al momento non è con noi, ma io ci spero».
Il direttore del Cardarelli in aspettativa elettorale dal 2018 ha mollato i 5s a gennaio di un anno fa. fa parte del gruppo misto e lì resta per ora. Ha votato la fiducia a Conte e ribadisce che «nella situazione drammatica che stiamo vivendo, dal punto di vista sanitario e socio-economico, non è possibile pensare al proprio ‘particulare’».
Il Paese, aggiunge Di Marzio, «non può non avere una guida». Dice sì al Conte ter, se si insiste sull’ampliamento della maggioranza, il senatore molisano spiega che bisogna cercare di «mettere insieme le persone di buona volontà».
Oggi, però, conclude «non ci sono alternative, non può che essere Conte. Però, ripeto, non aderisco a formazioni che nascono solo per ottenere qualcosa. Io non voglio niente in cambio del mio appoggio. Di quello che faccio devo rispondere al Paese, non solo al Molise».
r.i.

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