Sono 15 i senatori 5Stelle che mercoledì hanno votato contro la nascita del neo governo Draghi.
«Saranno espulsi. Si collocano, nei fatti, all’opposizione. Per tale motivo non potranno più far parte del gruppo parlamentare del Movimento al Senato. Ho dunque invitato il capogruppo a comunicare il loro allontanamento, ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo».
Queste le parole del capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, all’indomani del voto di fiducia in Senato per la formazione del nuovo esecutivo. Dunque nessuna mediazione prevista: chi non ha rispettato il voto su Rousseau non farà più parte del Movimento 5 Stelle.
Tra i dissidenti, anche il senatore molisano Fabrizio Ortis. «Per la prima volta da quando ho avuto l’onore di rappresentare i cittadini del Molise in Parlamento, ho votato contro un’indicazione del mio capo politico e contro una votazione su Rousseau – ha spiegato – In passato ho avuto dei mal di pancia in merito a certe scelte fatte dal Movimento ma, alla fine, mi sono sempre adeguato alla volontà del nostro collettivo, dentro e fuori il Parlamento: il gruppo è più importante dell’individuo e il Movimento era più importante dei malumori dei singoli – ha commentato il senatore Ortis – Questa volta però proprio non ce l’ho fatta ad agire diversamente. Prima di prendere la mia decisione ho comunque atteso la nomina dei ministri, la fine delle consultazioni e il discorso di Draghi. Tutte cose che, però, hanno solo aggravato il desolante quadro che andava preparandosi. Basta spulciare le biografie dei manager e dei bocconiani da lui scelti come ministri ‘tecnici’. Per non parlare – ha proseguito – della squadra scelta da Forza Italia. Nel complesso, un governo a trazione settentrionale, di chiara impronta neoliberista. Non basta un ministero della Transizione ecologica per far dimenticare tutto questo».
Ortis, però, non si arrende: «Voglio continuare le battaglie del Movimento insieme ai miei colleghi; quelli che, come me, hanno detto ‘no’, e quelli che, pur dicendo ‘sì’, nutrono le mie stesse preoccupazioni.
Se non c’è lo spazio per farlo all’interno del mio gruppo politico – ha concluso – lavorerò per un progetto alternativo nel quale impegnarmi per il mio territorio e il mio Paese».
Tra i 15 senatori che hanno votato contro la fiducia a Draghi spiccano i nomi di Barbara Lezzi e Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia.
Gli altri senatori discordi sono Rosa Abate, Laura Angrisani, Margherita Corrado, Mattia Crucioli, Fabio Di Micco, Silvana Giannuzzi, Laura Granato, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Matteo Mantero, Cataldo Mininno, Vilma Moronese.