Per cercare di portare fino in fondo la candidatura di Paolo Di Laura Frattura quale leader del centrosinistra alle prossime elezioni regionali Antonio Di Pietro è disposto ad ingoiare anche l’ipotesi delle primarie. Lo scorso anno le visse esternamente in Molise, stavolta per non perdere il suo cavallo di razza lo sosterrebbe senza riserve. E’ questo il dato politico principale che emerge dal conclave in cui a un mese dalla berlina subita da Report l’Italia dei Valori ha riunito la sua classe dirigente regionale e ha animato un confronto serrato, tanto da celebrarlo a porte chiuse, al riparo da occhi e orecchie indiscreti. In ballo una discussione sul futuro dell’IdV e sulle scelte politiche in funzione di elezioni regionali e parlamentari. Un clima così teso intorno ai dipietristi non lo avevamo visto da tempo, ma il momento è serio e non c’è spazio per potersi rilassare. Troppi gli appuntamenti in agenda che si accavallano e le fibrillazioni, di partito e in coalizione. A questo doveva servire la riflessione odierna, puntellare la proposta progettuale per il futuro dell’Italia dei Valori e per il Paese, attraverso scelte oculate e alleanze premiali. Ma se Di Pietro ha dichiarato di essere pronto alle primarie questo vuol dire che le trame tessute dal Pd e da Danilo Leva, culminati negli ‘‘abbracci mortali’ con Peppe Astore e Massimo Romano, due ex dipietristi doc ora su lidi contrapposti, vuol dire che il pericolo di un disarcionamento per il suo pupillo è reale. Di qui la linea dell’unità imprescindibile nello schieramento, già emersa nei primi due incontri del tavolo regionale. Un altro punto fermo è quello sulle altre Primarie, che oggi vivranno l’atteso appuntamento. Prima cerca di schernirsi dietro al ruolo di presidente di un Partito, ma poi come entra in campo il nome di Monti, Tonino ricorda che il suo progetto politico è quello di partecipare a una coalizione che ha l’obiettivo di creare un’alternativa all’attuale Esecutivo e soprattutto promuovendo una discontinuità con la politica di ‘‘macellazione sociale’ con cui si stanno tenendo in riga i conti dello Stato. Per questo emerge chiara la preferenza su Bersani e Vendola, non foss’altro che per quella vena nostalgica della foto di Vasto e per la deriva socialdemocratica.

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