Il commissario Giustini sulla graticola per l’intera seduta di ieri. Ma poi il fuoco viene spento: alle 18.30 sessione rinviata perché da troppe ore si era in troppi in uno stesso ambiente. Le necessità dovute all’emergenza Covid rimandano tutti i conti.
Mentre a Roma è in corso il braccio di ferro sulla sostituzione del commissario della sanità molisana – col centrodestra che spinge per far tornare l’attribuzione in capo al presidente Toma e che ieri avrebbe voluto portare a casa un’altra freccia per questo arco – a Palazzo D’Aimmo viene iscritta una mozione che chiede al governatore di «formulare senza indugi al governo nazionale la richiesta di immediata revoca della nomina di Giustini e porre pure in essere «ogni azione utile ad accertare eventuali ulteriori responsabilità apicali in merito alla difficile situazione sanitaria in cui versa la regione».
Un atto di accusa, che si estende temporalmente ai 13 anni addietro e mette nel mirino il commissariamento, che vede come primo firmatario l’assessore dei Popolari Vincenzo Niro. A questo atto di accusa se ne contrappone un altro, stavolta a firma 5s e che invece chiede la revoca dei vertici dell’Asrem, per le responsabilità gestionali che i pentastellati considerano evidenti.
Nel pomeriggio la lunga e accalorata illustrazione di Niro, da sempre contrario al commissariamento (soprattutto a quello esterno), ripercorre i lunghi anni e il tunnel da cui il Molise ancora non esce, non manca di ricordare che il disavanzo – dopo i mutui – è ora tornato ad aumentare. Allontana l’idea che si voglia processare Giustini (indagato dalla procura, ndr) in un’Aula che ha tutt’altra funzione. E si dice stupito che chi ha voluto il commissario esterno, di fronte al default, ancora dica no a Toma commissario.
Toma, fra le altre cose, è protagonista di un accesso intervento atto d’accusa, si rivolge al segretario del Pd Facciolla e all’ex presidente Iorio che gli hanno imputato di non essersi assunto responsabilità in questa emergenza: «Adesso basta, cavolo!» e dice che siamo in questa situazione perché «qualcuno (Frattura, ndr)» non andò a porre il veto sul Balduzzi nella Stato-Regioni. Sospesi i lavori, pare che lo scambio di opinioni, sempre acceso, fra lui e Facciolla sia continuato.
Tornando alla mozione per la rimozione di Giustini, spunta nel pomeriggio un emendamento di Calenda, Iorio e Romagnuolo che punta a revocare i commissari e il dg Asrem, coloro in sintesi che non hanno attivato il Covid hospital a Larino.
Con i voti di Pd e 5 Stelle quella modifica sarebbe passata. Ma forse non tutta l’opposizione l’avrebbe votata, si dice dalle parti del centrodestra.
Sia come sia, a un certo punto subentrano le necessità anti Covid e se ne parla la prossima settimana. Quando forse il commissario della sanità potrebbe non essere più Giustini ma per decisione del governo Draghi.
In apertura di seduta, Toma aveva relazionato sull’emergenza, leggendo all’Aula la lunga relazione che lui stesso aveva commissionato alla direzione Salute quando fu disposta l’ispezione del Ministero. A proposito di quella ispezione ha aggiunto che Asrem ha avviato i procedimenti disciplinari o comunque individuato i nomi da sottoporre all’iter.