Nel celebrare la ricorrenza del 25 Aprile Toma esalta anche le gesta dei soldati algerini, tunisini, senegalesi e goumier marocchini di etnia berbera. «Uniti contro la barbarie per dare all’Italia la libertà negata dal ventennio fascista» scrive nel suo messaggio il presidente della Regione. Immediata la reazione dell’Associazione nazionale vittime delle marocchinate Emiliano Ciotti che addebita a Toma una dimenticanza imperdonabile: i delitti commessi da questi soldati durante la campagna d’Italia, in cui molti furono i casi di violenza carnale ai danni di donne ma anche uomini, conosciuti con il nome di marocchinate. Il Molise – dice Ciotti – ha pagato il suo tributo di dolore a questa soldataglia. Infatti il Corpo di spedizione francese in Italia ebbe il suo quartier generale a Venafro e anche in questo territorio avvennero fatti di questo genere.
Dura reprimenda al governatore del Molise anche dal portavoce per il Sud Italia del Movimento nazionale Ivano Manno che parla di “vilpendio” alle vittime delle marocchinate.
«Donato Toma, ha fatto un panegirico dei soldati africani inquadrati nelle truppe alleate durante la II Guerra Mondiale, esaltando anche i gumier marocchini, tristemente noti per le atrocità perpetrate ai danni della popolazione civile dopo la conquista di Montecassino. Toma ha abituato i molisani a livelli di bassezza istituzionale clamorosi, pertanto non ci sorprende che non conosca minimamente la storia, anche locale. Ma questa volta si tratta di vero e proprio vilipendio alle vittime delle marocchinate, che subirono il terrore seminato dai goumier principalmente nel basso Lazio, ma anche in Molise». Per rimediare a questa gaffe – conclude Manno – Toma si attivi per la rimozione del cimitero militare francese dedicato proprio alle truppe marocchine, che sorge nel comune di Venafro e che rappresenta un’onta per la regione e l’Italia intera.
Durissimo infine il commento del segretario regionale del Pd Vittorino Facciolla che definisce l’intervento del governatore un azzardo, un’operazione strategica per togliere alla data del 25 Aprile il valore della libertà conquistata dai partigiani per ridistribuirlo a tutti coloro che in quel momento si trovavano a combattere sul suolo italiano, includendo quindi tra i salvatori della patria anche il contingente di “soldati tunisini, senegalesi e goumier, marocchini di etnia berbera».
«Bene, ogni guerra porta scempio e rovina – scrive Facciolla – e moltissimi soldati si macchiarono di crimini efferati contro gli italiani ma quello che fecero i goumier inquadrati nel Corpo di spedizione francese in Italia fu qualcosa di diverso: fu metodo, fu merce di scambio, fu brutalità e violenza autorizzata da chi li aveva arruolati. Da tempo ormai è noto che dopo la battaglia sui Monti Aurunci e nella Valle del Liri, in Ciociaria, i generali concedettero 50 ore di libertà alle truppe dei goumiers e che proprio in quelle 50 ore avvennero stupri e violenze di massa sulle donne, gli uomini e i bambini di quelle zone. A seguito delle violenze sessuali molte persone furono contagiate da sifilide, gonorrea e altre malattie a trasmissione sessuale. Molte donne rimasero incinte e altrettante abortirono o ebbero aborti spontanei. Ci furono diversi casi di suicidio tra le donne violentate e si registrarono molti casi di infanticidio dei bambini nati in seguito agli stupri così come riportano diverse testimonianze, tra queste anche quella del sindaco di Esperia (comune in provincia di Frosinone) che disse che nella sua città furono violentate 700 donne su un totale di 2.500 abitanti; alcune delle quali morirono pochi giorni dopo gli stupri. Il nostro presidente non perde occasione per macchiarsi di ridicolo e per ricoprire tutti noi molisani, che lo abbiamo quale nostro rappresentante, di vergogna. Una vergogna nazionale dato che in queste ore le testate nazionali stanno ribattendo e diffondendo le parole di Toma» l’affondo del segretario dem.
«Noi oggi vogliamo invece ancora testardamente ricordare il sacrificio dei nostri partigiani, di quanti si opposero al regime fascista con ogni mezzo, pagando con la vita l’ideale di Libertà.
E in questa circostanza ricordiamo anche tutte le donne e gli uomini vittime di violenza delle marocchinate ai quali, da molisani, vogliamo esprimere solidarietà e chiedere scusa per le parole del nostro presidente» conclude Facciolla.
La libertà è un diritto non negoziabile, ed è per questo che ci auguriamo che i molisani, con ostinazione quando potranno tornare alle urne votino per la Liberazione del Molise da chi appare completamente inadeguato a ricoprire il ruolo che ricopre” chiude Facciolla.