Poco dopo le 19.30 il bilancio di previsione 2021-2023 della Regione Molise diventa legge. «Un bilancio di sacrifici», ammette il governatore Donato Toma che in questi giorni ha descritto il pesante indebitamento che zavorra il documento.
Riesce a dire solo questo perché viene interrotto dal capogruppo dei 5s Andrea Greco – che poco prima gli ha riservato una sorta di requisitoria in fase di dichiarazione di voto – e rinuncia all’intervento. Votiamo, dice Toma, così vede cosa fa la maggioranza.
Undici i voti a favore, 8 contrari e 2 astenuti. Così si chiude la sessione avviata lunedì.
Critiche, dunque, dalle minoranze 5s e Pd che hanno votato contro. «Il bilancio è in squilibrio», con «un parere negativo dei revisori dei conti» e «senza idee. Le uniche due certezze che vengono proposte – così la capogruppo dem Micaela Fanelli – sono un grande buco di 41 milioni di euro e un grande debito di altri 40 milioni». Greco punta il dito sui capitoli relativi alla sanità in particolare e accusa il governatore di «mimetismo politico» e di «non essere in grado di dialogare con nessuno». Nel suo intervento si dice convinto che pure i consiglieri di maggioranza gli danno ragione. Provocazione a cui risponde probabilmente qualche minuto dopo il capo di Palazzo Vitale dicendo: così vedrà cosa fa la maggioranza.
I contenuti della terza manovra finanziaria del governo Toma sono tutti approvati a colpi di maggioranza. Su alcuni documenti di indirizzo si colgono intenti più condivisi. Passa, per esempio, all’unanimità l’odg a firma del segretario dem Vittorino Facciolla che chiede al governo nazionale di farsi carico del debito della sanità molisana, azzerandolo, maturato durante il periodo di commissariamento che dura da 14 anni. L’iniziativa nasce «dall’esigenza di far comprendere che i debiti della sanità regionale, in concomitanza con i commissariamenti, non possono essere azzerati sempre ed esclusivamente mettendo le mani nelle tasche dei molisani», spiega Facciolla. Che commenta positivamente l’unanimità: il Consiglio «ha dato dimostrazione che quando vuole sa essere compatto».
Buone notizie pure per le Pro loco che non si vedono azzerare il contributo in legge di stabilità. L’esponente dei 5s Angelo Primiani riferisce della retromarcia della giunta Toma che cancella lo ‘zero’ prima previsto per il settore. «Lo fa dopo la presentazione di un nostro emendamento che chiedeva il rinnovo del contributo di 50.000 euro che l’attuale maggioranza avrebbe voluto azzerare. Una decisione da subito ‘impugnata’ da M5s che riconosce il lavoro messo in campo quotidianamente dalle Pro loco sul territorio. Un’opera – ancora Primiani – apprezzata da più parti grazie all’organizzazione di eventi e iniziative che valorizzano la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra enogastronomia. Tagliare il finanziamento di 50.000 euro, seppur minimo, sarebbe stato infierire il colpo mortale a chi nel corso degli anni ha dimostrato di saper attrarre migliaia di turisti nei nostri incantevoli borghi. A conferma è arrivata la repentina retromarcia di Toma».

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