Non aveva la febbre. E aveva effettuato un test rapido risultato negativo. Eppure è stata sottoposta a tampone molecolare dall’Asrem a tempo di record. Se Filomena Calenda non fosse assessore regionale, la vicenda non sarebbe così pubblicamente sospetta.
Il referto lo posta lei giovedì mattina su Fb. È negativo ed è naturalmente una buona notizia. L’unica, probabilmente, di questa storiaccia. Che comincia nell’Aula del Consiglio nella tarda mattinata del 28 aprile. Aida Romagnuolo – eletta con la Lega insieme a Calenda ma da tempo le due ex pasionarie sono in pessimi rapporti – prende la parola durante la discussione sul collegato al bilancio e a microfono dice: la collega ha 38 di febbre. È il panico. Lavori interrotti. Dietro le quinte pare sia andato in onda uno spettacolo altrettanto poco edificante. Negli uffici pubblici si accede solo con temperatura inferiore a 37.5, questo dicono le norme anti contagio. E circa 30 persone sono in uno stesso luogo da ore con il sospetto che qualcuno abbia la febbre. Il luogo forse ha fatto la differenza? Che sia il Consiglio regionale in seduta significa che il sospetto va tamponato subito anche se non ha la febbre, e non si sa se qualcuno lo abbia accertato a quel punto, e ha il responso negativo di un test rapido? Domande che quando Calenda posta il referto del molecolare arrivano copiose e spontanee.
Ma torniamo a mercoledì. I molisani dallo streaming vedono solo che alla ripresa la seduta è in videoconferenza, anche se molti consiglieri sono rimasti in Aula. Calenda invece è a casa e chiede subito la parola per dire che non è vero che aveva la febbre, dalla sua ha pure il rapido negativo (posta la foto del referto su Fb insieme a un selfie davanti al termoscanner del Consiglio che segna poco più di 36 gradi). Romagnuolo ribatte: ha detto lei di avere la febbre e non l’ho sentita solo io.
Nel frattempo, evidentemente, l’assessora al Lavoro è stata sottoposta già al molecolare. Ieri mattina, l’ostensione del responso con tanto di «Carta canta e catarina sona…». E la ‘carta’ è firmata dal direttore del laboratorio del Cardarelli Garofalo, oltre a recare la data del 28 aprile. Tampone effettuato e letto con procedura d’urgenza: cotto e mangiato.
Non è finita qui. Perché le due ex amiche se le danno di santa ragione di nuovo ieri pomeriggio, seduta sul bilancio. Calenda prende la parola per tornare sul fattaccio: «Qualcuno ha detto che sono entrata in Consiglio con 38 di febbre, dichiarazione mendace», dice sventolando il foglio del referto con il logo dell’Asrem. Accusa chi lo ha fatto di «procurato allarme», il panico ha preso i suoi amici e i suoi familiari. E ancora ripete: «La sottoscritta ieri non aveva la febbre!».
Romagnuolo non si fa pregare. «Ho solo ripetuto le testuali parole della consigliera, è entrata in Aula e ha detto: ho 38.2. Ho ritenuto giusto dirlo. Ho detto che avevi la febbre – così Aida – non che avevi il Covid». Mi dia del lei, la distanza ormai fra noi è 4 metri. Vergognati, no vergognati tu…
Le voci sfumano, dissolvenza… Niente titoli di coda! Resta la domanda: se non aveva la febbre e il rapido era negativo, perché l’assessore regionale Calenda è stata sottoposta immediatamente a tampone molecolare?
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