L’utilizzo ottimale dei fondi europei e delle risorse messe a disposizione dal Pnrr, la definizione di linee di azione a favore delle aree interne, la scommessa sulle nuove tecnologie e il potenziamento del rapporto già rodato in campo sanitario.
Sono alcuni degli obiettivi operativi legati alla sottoscrizione dell’accordo di programma quadro, avvenuta ieri mattina a Palazzo Vitale, fra Regione e Università degli studi del Molise. L’intesa firmata dal governatore Francesco Roberti e dal rettore Luca Brunese mira ad avviare progetti e percorsi comuni nei settori “sviluppo e innovazione”, “programmi e servizi” e “area medico-sanitaria”.
Una stabile ed organica collaborazione inter-istituzionale con durata quinquennale, dunque, rivolta a creare una forte sinergia tra attività di ricerca, didattiche ed assistenziali in un quadro di forte implementazione della terza missione. Con il documento si consolida la proficua esperienza con l’Unimol attraverso un’intesa per la realizzazione di un piano di interventi di lungo periodo, con la definizione di tempi, modalità e settori di intervento, che preveda percorsi per obiettivi comuni, su temi coerenti con la programmazione regionale e con le specializzazioni consolidate dell’intero sistema universitario regionale realmente produttivi, di valore aggiunto per la competitività del territorio, con la indispensabile rapidità ed efficacia delle soluzioni proposte.
L’accordo, ha detto aprendo l’incontro con la stampa il presidente Roberti, è lo strumento «per affrontare al meglio e vincere le sfide che abbiamo davanti». I temi su cui lavorare insieme sono tanti, ha aggiunto, «dalle nuove tecnologie costruttive ed efficientamento energetico alla trasformazione digitale e la cybersecurity. Ma anche l’agroalimentare. Sono solo alcuni degli assi su cui avvieremo subito una collaborazione. Credo che questo sia un punto di partenza. Noi utilizzeremo il supporto del’Università e avremo il suo contributo nelle iniziative che metteremo in campo per quanto riguarda lo sviluppo sociale ed economico di questa regione ma anche per rispetto a quel che vorremmo realizzare con i fondi europei, con il Pnrr».
Una novità operativa è costituita dalla cabina di regia permanente istituita dall’accordo. Ne fanno parte il governatore e il rettore (per gli aspetti gestionali i dg delle due istituzioni). Di volta in volta la cabina di regia affronterà specifici temi con l’obiettivo di trovare soluzioni e misure che abbiano «ricadute concrete sul territorio», ancora Roberti.
«Gli accordi funzionano se gli attori li fanno funzionare. Ho trovato nel presidente Roberti una grande sensibilità sui problemi che io gli ho posto che sono i problemi del quotidiano di un ateneo. Insieme ci impegniamo a raggiungere il risultato», ha aggiunto Brunese. Tra le finalità dell’intesa, il rilancio della mission dell’Ente per il diritto allo studio universitario. «Lavoreremo insieme affinché i servizi che la Regione può garantire agli studenti rendano Campobasso ancora di più città universitaria e, direi, l’intero Molise regione universitaria», le parole del numero uno dell’ateneo.
I posti di Medicina, ha continuato Brunese, sono 175. Proiettati sul ciclo completo, portano al risultato di 1.050 studenti, il 60% non residenti in Molise. Seicento giovani che per sei anni vivranno a Campobasso. Nel campo medico-sanitario l’accordo istituzionalizza una collaborazione già in atto da tempo, la porta a sistema e la rafforza. «Come Regione, dobbiamo prendere il giusto impegno per rendere la nostra Università e la nostra sanità attrattive. Metteremo in campo anche risorse economiche, a partire dalle borse di studio, per agevolare gli studenti ed essere da supporto, per una volta noi, in maniera strategica per l’Università», così il presidente Roberti sul punto.
La novità in questo campo, ha concluso il rettore dell’Unimol, è che «pensiamo di compiere insieme alla struttura commissariale una valutazione strategica diversa da quello che può interessare all’Università. Mi ero prefisso come risultato di mandato le dieci scuole di specializzazione e ci siamo arrivati. Ci siamo però resi conto che, per quelle che sono le difficoltà della regione, forse c’è qualche settore sul quale l’università deve fare uno sforzo e per il quale, come ha detto il presidente, la Regione ci aiuta anche. Quindi, per esempio, Ortopedia che era una scuola strategica che mancava io conto di implementarla dal prossimo mese di marzo. Giustamente il presidente e anche la struttura commissariale sottolineano sempre che il tema degli anestesisti è strategico. Nella cabina di regia uno degli argomenti che tratteremo è come fare per aprire al più presto – l’ideale sarebbe per marzo, se non ce la facciamo per marzo sicuramente entro l’anno 2024 – anche la scuola di specializzazione di anestesiologia». ritai