Un palazzo da 750 metri quadri per due dipendenti. Davvero troppi, soprattutto in tempi di vacche magre. La Regione Molise vuole vendere la sede rappresentanza a Bruxelles in Rue de Toulouse e prova a capire se ci sono potenziali acquirenti. La giunta guidata dal presidente Francesco Roberti nell’ultima seduta ha approvato lo schema di avviso esplorativo per la manifestazione d’interesse. Il prezzo indicativo base dell’immobile, che ha una superficie complessiva lorda di 750 metri quadrati, è fissato a 1,6 milioni di euro.
«In caso di reperimento di soggetti interessati – si legge nel provvedimento illustrato all’esecutivo dall’assessore al Bilancio e patrimonio Gianluca Cefaratti – si procederà, nell’ordine, alla redazione di perizia di stima aggiornata dell’immobile, all’inserimento di quest’ultimo nel Piano delle alienazioni immobiliari e alla pubblicazione del relativo bando di vendita avvisando opportunamente gli interessati che hanno manifestato interesse all’acquisto»
L’edificio, a distanza di quasi 20 anni dal suo acquisto, avrebbe bisogno di interventi di ristrutturazione e al momento ospita solo due dipendenti regionali. La considerevole disponibilità di spazi, dunque, risulta eccessiva per le esigenze logistiche, strumentali e istituzionali dell’ente, «che potrebbero essere soddisfatte da una sede di dimensioni notevolmente ridotte, di più semplice gestione e con minori costi di manutenzione». Inoltre, segnala la delibera di Palazzo Vitale, «l’investimento economico richiesto per la ristrutturazione e il riattamento, «ad oggi non disponibile, unitamente alle gravose spese di gestione e di manutenzione ordinaria, risulterebbe sproporzionato rispetto ai benefici attesi dall’utilizzo».
Nei mesi scorsi la palazzina in Rue de Toulouse 47 era stata occupata da senza fissa dimora che avevano causato danni per circa 15mila euro.
Dopo vari tentativi di rivitalizzazione del sito, che si è dimostrato subito dopo l’acquisto un fardello per i conti non proprio floridi della Regione Molise, l’amministrazione di via Genova punta a “tagliare la testa al toro”: alienare l’immobile e trovare per i due dipendenti distaccati nella Capitale dell’Ue soluzioni più idonee (meno faraoniche) e alla portata del bilancio.