Una cosa è certa: Roberto Di Baggio dovrà aspettare ancora qualche mese prima di diventare sottosegretario.
La legge che ha modificato lo Statuto introducendo la possibilità di nominare un secondo sottosegretario non può essere promulgata prima che siano trascorsi tre mesi dalla sua pubblicazione (per eventuali richieste di referendum).
Il dato di fatto, dimenticato nel dibattito (e nella sua narrazione) di questi giorni, è emerso a causa di un errore. Che ha scatenato le ire del capogruppo 5s in Consiglio regionale Andrea Greco. «Delle due l’una: o chi governa questa Regione non sa leggere né applicare le leggi, oppure sta cercando in maniera goffa e maldestra di inibire il sacrosanto diritto degli elettori ad esprimersi tramite lo strumento del referendum sulla recente modifica dello Statuto regionale adottata dal centrodestra al solo scopo di introdurre una poltrona in più, quella del secondo sottosegretario».
La legge 36/2005 che disciplina le modalità di svolgimento del referendum sulle modifiche dello Statuto, dopo la trasmissione del provvedimento da parte presidente del Consiglio al presidente della giunta, prevede l’immediata pubblicazione sul Bollettino ufficiale «“senza formula di promulgazione e senza numerazione”» e con «l’espresso avvertimento che, entro tre mesi dalla data di pubblicazione, almeno un cinquantesimo degli elettori della regione o un quinto dei componenti del Consiglio regionale possono chiedere che si proceda a referendum popolare», ricorda Greco.
Sul Burm invece la legge è stata pubblicata con la formula della promulgazione. «Lo dico senza timore di smentita: dietro questa manovra ci vedo un tentativo impacciato per evitare che i cittadini possano esprimersi sulla questione, bocciando di fatto l’operato del governo regionale. Perché è prevedibile che ciò avvenga: nessun molisano, infatti, stava aspettando una poltrona in più in Consiglio regionale», accusa l’esponente pentastellato.
Il replica a stretto giro e anche lui con una nota stampa “di fuoco”. Legittima la richiesta di Greco ma lui dovrebbe conoscere le procedure interne agli uffici, dichiara Roberti. «Come, ad esempio, la trasmissione di atti e pubblicazioni, su cui dovrebbe esserci la solerzia e il coordinamento dei preposti dirigenti della Regione Molise, coloro che sono pagati dall’ente per il buon e corretto andamento della macchina amministrativa e legislativa, rispetto al cui lavoro sono previsti anche ingenti incentivi annuali coi premi di produttività». Al presidente dell’Assise Pallante ha comunicato di aver dato mandato al dg della Regione Nucci di avviare un controllo approfondito per capire i motivi dell’errore. Un errore che per il governatore è imperdonabile. «Accertati i fatti, non esiterò a chiedere un provvedimento disciplinare per colui o coloro che hanno sbagliato. Ho chiesto di andare a fondo sulla situazione anche per verificare se dalla struttura del Consiglio regionale ci sia stata, nella trasmissione dei documenti, una leggerezza o poca attenzione. Nel chiudere, ribadisco a chi è andato in cerca di titoloni che il sottoscritto, particolarmente attento al rispetto di leggi e regolamenti, è il presidente, nonché il garante, della Regione Molise e di tutti i molisani. E quanto mi viene mosso è ben lontano dal mio modo di intendere la politica e la gestione della res publica, come dimostrato in oltre 20 anni di attività politica, amministrativa e istituzionale».

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