La prima volta di Flavio Amadori nella sua nuova proprietà in Molise. Forse manca solo la firma del giudice in calce al decreto di trasferimento dei beni, comunque è tutto pronto per essere validato dal magistrato che segue le procedure concorsuali di Gam, Logint e Agria Holding. Ma è fatta. Un pezzo consistente di quella che fu la Sam e poi la Arena è passato sotto le insegne del secondo gruppo dell’avicolo in Italia.
Ieri la visita del presidente del gruppo di Cesena, primo figlio del fondatore Francesco, dell’amministratore delegato Massimo Romani e dei loro tecnici. Nelle stesse ore sono proseguiti i contatti dei legali con curatori e liquidatori per definire gli ultimi dettagli del passaggio di edifici, pertinenze e impianti ad Agricola Vicentina, la società del gruppo (amministrata dal fratello di Flavio, Denis) che li ha acquistati nella procedura del tribunale di Campobasso per 9,1 milioni.
L’incubatoio, i centri di allevamento e il macello: Amadori e i suoi manager hanno passato a Bojano l’intera mattinata. Dopo il decreto, e le altre formalità per il passaggio definitivo della proprietà, sarà tempo di avviare la ripartenza.
L’accordo firmato a Roma il 28 febbraio con Regione, ministero dello Sviluppo e sindacati prevede tempi differenziati per la riapertura delle attività: l’impianto di schiusa delle uova dieci mesi dopo l’avvio dei lavori di ristrutturazione, per i centri di allevamento servono circa 24 mesi e non meno di 36 per lo stabilimento di produzione. Dei 212 addetti della Gam, tanti costituiscono il bacino in base alla loro ‘afferenza’ al primo lotto, Amadori conta di riassumerne a regime 170. I contratti di lavoro saranno per la stragrande maggioranza di avventiziato (comparto agricoltura per l’incubatoio e cooperative di produzione al macello), la percentuale dei rapporti stabili pattuita nelle intese è del 10%. Il valore dell’investimento stimato è nel complesso di circa 38 milioni. Sarà sostenuto da un contributo pubblico (Psr e contratto di sviluppo) del 40%.
I vertici del colosso romagnolo erano in Molise da mercoledì. Al loro arrivo hanno incontrato il governatore Paolo Frattura. Un briefing che ha «confermato e rafforzato i contenuti del progetto di rilancio della filiera», spiega poi il presidente. Soddisfatto anche per la qualità dei rapporti che si sono instaurati, «nel rispetto dei reciproci ruoli e competenze» al termine di un «percorso difficile, tutto in salita, voluto da questa maggioranza e che oggi vede, a fronte dell’assunzione di responsabilità, finalmente un futuro suggellato dall’accordo al Ministero».
Poi, insieme, una cena in centro a Campobasso. E qui Amadori e Romani si sono accorti delle piccole dimensioni del Molise. Uscire dal ristorante e incontrare un cronista raramente può capitare altrove. Loro molto cordiali ma abbottonati. Impossibile scucirgli dichiarazioni: «Sa, noi siamo low profile…». rita iacobucci

Un Commento

  1. Ettore scrive:

    Fateli lavorare e mettete da parte la vostra logica dei se e dei ma. Non rovinate tutto con la diffidenza e la litigiosità, altre occasioni di rinascita non ne abbiamo!!

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