Approvato dalla giunta qualche settimana fa, il piano energetico regionale è all’esame della Commissione a Palazzo D’Aimmo.
Ieri mattina, al termine dell’audizione dei tecnici di Regione, Arpa ed Enea, il portavoce dei 5 Stelle Antonio Federico ha riaperto il caso turbogas. L’impianto di Termoli fu al centro di una lunga battaglia di associazioni ambientaliste e partiti politici, prevalentemente di sinistra (nonostante sia della Cir di De Benedetti), nei primi anni 2000. E, soprattutto, l’autorizzazione (risalente al 2001, nel periodo del passaggio di consegne fra il governo Di Stasi e quello Iorio) è finita nell’inchiesta della procura di Campobasso che ha visto indagati e poi imputati in un processo l’ex governatore Iorio, l’ex assessore Vitagliano, i vertici di Sorgenia e un dirigente della Regione. Tutti assolti cinque anni fa.
Perché oggi torna al centro dell’attenzione la turbogas di Termoli? Un capitolo del piano energetico è dedicato alle emissioni di gas serra. Federico ha notato che il Molise è passato dalle 4 tonnellate pro capite di CO2 del 1990 a 8. È la sola regione a presentare un aumento così significativo. All’audizione ieri mattina, quindi, ha chiesto: «Come mai il Molise è praticamente l’unica regione d’Italia che ha quasi raddoppiato le emissioni pro capite di CO2 tra il 1990 e il 2010?». La risposta, ha scritto in un post su Facebook, è stata unanime: «La turbogas di Sorgenia a Termoli». Un impianto che quindi ha avuto un impatto serissimo sul Molise. E che ora, peraltro, funziona a scartamento ridotto. Federico quindi addita le «responsabilità politiche del caso». «Negli ultimi anni – dice poi il grillino – sta funzionando a singhiozzo per via della sovrapproduzione di energia e sopravvive solo grazie ad assurdi incentivi. Vogliamo spegnerla definitivamente? Efficienza energetica, decarbonizzazione ed eliminazione di qualsiasi incentivazione statale che favorisca speculazioni e deturpamento ambientale e paesaggistico».