anco di prova superato dopo settimane e per un soffio. Ma anche tema catalizzatore di innumerevoli polemiche. Perfino l’arcivescovo Bregantini, nella preghiera del Venerdì Santo, ha dedicato un passaggio alla necessità che la gestione dell’acqua resti pubblica.
E il governatore Paolo Frattura, dopo l’ok alla legge che reca disposizioni sulle risorse idriche (passata con 10 sì contro nove no, Lattanzio si è astenuta), non si stanca di ribadire che sarà così: il servizio sarà affidato a una società pubblica, nessuno – dice Frattura – sta privatizzando nulla.
Il destino dell’Egam, ente di governo dell’ambito molisano che affiderà la gestione del servizio e deciderà dunque chi porterà l’acqua nelle case di tutti i molisani e alla stessa tariffa, potrebbe inoltre incrociarsi anche con le prossime mosse della maggioranza, determinandone una nuova fisionomia.
Siamo, infatti, all’ultimo scampolo di legislatura. Manca un anno alle elezioni. E manca sempre un assessore nella giunta regionale. Oltre un anno fa, il passo indietro di Michele Petraroia, che lasciò le deleghe del Lavoro e delle Politiche sociali e il Pd (oggi è tra i fondatori di Sinistra italiana in Molise). A più riprese si è parlato della nomina del quarto assessore finora e sono circolati molti nomi. Ma non è mai stata questa la priorità del presidente di Palazzo Vitale. Il Lavoro di fatto lo segue Carlo Veneziale, le Politiche sociali Vittorino Facciolla.
Da qualche giorno, invece, la voce ha ricominciato a circolare. Il dibattito sull’Egam, le posizioni che in maniera fin troppo chiara sono emerse in Aula (con il dissenso di quattro esponenti del centrosinistra eletto nel 2013, vale a dire Niro, Petraroia, Totaro e Scarabeo) sarebbero state profondamente analizzate dal presidente della giunta. I numeri sono risicatissimi ma ci sono: 11 consiglieri stanno con lui. È dalla maggioranza ‘lealista’ che potrebbe dunque arrivare il quarto assessore. Dalle forze politiche che non sono già rappresentate nella squadra di governo. Quindi, i moderati (in questo caso si giocano le loro chance Micone e Lattanzio) o la sinistra (e qui sarebbero salite le quotazioni di Monaco).
La sensazione è che presto il governatore potrebbe risolvere il rebus del quarto assessore. Per rinforzare la squadra con cui ripresentarsi agli elettori. E lanciare l’ultima sfida ai ribelli. Prima, però, c’è da giocare la partita del 30 aprile: decisivo, per Matteo Renzi, il ritorno del rottamatore alla guida del Pd nazionale; altrettanto determinante per chi sostiene l’ex premier sul territorio. Dunque, Frattura si tufferà nel rush finale della campagna per le primarie. Ma, subito dopo, nell’agenda più ‘politica’ del governatore potrebbe esserci davvero la nomina del quarto assessore della giunta che arriverà al 2018.
ppm