Il 20 maggio, come già deciso, il Pd Molise riunirà l’assemblea regionale per discutere la richiesta di primarie per scegliere il candidato governatore del centrosinistra.
L’istanza proviene da alcuni iscritti – sembra che alcuni non abbiano poi rinnovato la tessera e questo formalmente qualche problema potrebbe crearlo – e dal senatore Roberto Ruta. Al netto dei formalismi, sempre ‘opponibili’ a chi chiede le regole vengano rispettate, l’intenzione della segreteria guidata da Micaela Fanelli è che si discuta. Quindi, nessun ostacolo.
Il presidente in carica ha ribadito: «Mi rimetto al mio partito e alla coalizione». I numeri, sulla carta, gli danno ragione. Ma nulla è scontato, comunque nessuno vuole precorrere i tempi. Nella maggioranza del partito, meglio andare coi piedi di piombo. Osservata speciale, in questo caso, la componente della presidente Laura Venittelli. Se si deciderà di fare le primarie, ha detto di recente, lei è pronta a misurarsi. Ma non ha detto che si batterà perché si facciano. Presiede, peraltro, l’assemblea. Se sulla decisione di procedere o meno alla consultazione popolare restasse neutrale non sembrerebbe strano.
Intanto, domenica si riunirà per la prima volta la nuova assemblea nazionale del Pd. Quattro gli eletti in Molise: Vigilante e Messere (mozione Renzi), Trivisonno (mozione Emiliano) e Pollice (mozione Orlando). Del parlamentino dem, da ieri, fa parte anche il senatore Roberto Ruta. Insieme ad altri parlamentari è stato eletto dal gruppo Pd a Palazzo Madama in quota alla mozione del governatore pugliese. Domenica sarà all’insediamento.
Infine, anche in Molise le primarie del Pd si sono colorate di giallo. Quello tipico delle fake news. Domenica scorsa, nel pomeriggio, sui profili Fb di alcuni avversari (interni ed esterni) del gruppo dirigente regionale è apparsa la foto a corredo di questo articolo. Un gruppo di extracomunitari in fila per votare in una sede dem. Indicata come Venafro. Allusioni, ammiccamenti e critiche. Peccato che ieri la stessa foto sia comparsa sull’Huffington Post: Ercolano, dice il titolo, dove i profughi sono stati portati a votare. Scandalo, ma non è Venafro. E forse, a leggere i commenti in calce all’articolo che riporta foto e immagini di Fanpage, non è nemmeno Ercolano.