Secondo l’assessore Vittorino Facciolla, che aveva presentato la proposta di legge da consigliere, con la modifica dell’Arsarp approvata da Palazzo D’Aimmo il percorso di riforma dell’agenzia strumentale dell’assessorato «può dirsi esaurito. Una moderna amministrazione, una governance moderna per un’agricoltura moderna».
Il post su Facebook sintetizza la posizione che Facciolla ha articolato in Aula illustrando il testo e i motivi che lo hanno portato a presentarlo. Anche il centrodestra, con Angela Fusco Perrella, aveva depositato un ddl con gli stessi contenuti. Però poi l’ex assessora all’Agricoltura si è convinta che il percorso non fosse quello giusto.
In pratica, l’Arsarp – dopo questa modifica – ha come organo un amministratore unico. La governance collegiale già non c’era più, abolita nel passaggio da Arpa ad Arsarp, l’amministratore sostituisce la figura del direttore generale. Il sospetto dei 5 Stelle è che sia più facile, per la giunta, reperire un amministratore che un dg: nel secondo caso c’è bisogno di competenze, esperienza pregressa e titoli. Il ruolo dell’amministratore unico ha caratura più politica. «La questione l’abbiamo posta ma non abbiamo ottenuto risposta», ha detto dopo la seduta il portavoce Federico.
La figura apicale, comunque, deve essere ancora nominata. L’agenzia è commissariata, in attesa che l’esecutivo scelga dalla lista degli idonei alla selezione pubblica avviata.
La legge è passata a maggioranza, i grillini hanno votato contro e così pure il centrodestra. Che con Iorio ha evidenziato: l’uomo solo al comando è un concetto che in passato aveva estrazione diversa dal centrosinistra. Contrari all’impianto pure Petraroia e Niro che lo hanno spiegato in più interventi. L’ex presidente del Consiglio ha presentato anche sei emendamenti (puntavano a ripristinare il Cda), che però sono stati respinti (così anche quelli dei 5 Stelle).
In sostanza, l’opposizione al ddl degli esponenti del centrosinistra (va detto che anche il capogruppo Pd Scarabeo si è espresso contro alcuni articoli e si è astenuto su altri) è dissenso proprio verso il concetto dell’uomo solo al comando, all’accentramento in un organo monocratico che taglia fuori la rappresentanza. L’esecutivo ha difeso invece l’impianto che fa riferimento ad un ente essenzialmente visto come braccio operativo dell’assessorato all’Agricoltura.
Duro scambio, inoltre, fra l’ex assessore Petraroia e il presidente Paolo Frattura. Che ha alzato la voce quando ha smentito la descrizione di un’agricoltura regionale impoverita e senza assistenza che il rappresentante di Sinistra italiana aveva proposto. «Finiamola di dire che il Pil dell’agricoltura molisana è in diminuzione. Fa segnare l’11%! E il biologico il 18%». Un settore, ha rivendicato Frattura, che invece sta migliorando rispetto agli anni bui della crisi.
Nel pomeriggio, seduta dedicata a interrogazioni e interpellanze. Rinviate quelle (tante) sulla sanità per l’assenza del presidente-commissario ai lavori pomeridiani, numerose quelle illustrate da Scarabeo (tra le altre, alcune su lavori in corso a Venafro e accesso ai fondi per l’edilizia scolastica). Altre sono state presentate dai 5 Stelle. Fra queste, il ‘caso’ scoppiato oltre un anno fa sull’utilizzo di alcuni operai forestali per effettuare il trasloco di mobili e suppellettili al Comune di Campobasso. Commissario dell’Arsarp e contemporaneamente city manager del Municipio, sulla graticola finì Antonio Iacobucci proprio per questo doppio ruolo. In base ad una convenzione, Palazzo San Giorgio attinge al bacino dei forestali Arsarp per lavori di manutenzione del patrimonio verde della città. Ma tra questi lavori, denunciarono i grillini in Comune, non rientrano i traslochi degli uffici del Municipio. La vicenda è finita anche all’attenzione di Palazzo D’Aimmo con l’interrogazione di Manzo e Federico. L’assessore Facciolla, nella risposta ha escluso che Iacobucci abbia commesso illegittimità. Federico ha posto l’accento, in replica, sull’inopportunità della scelta.