Potrebbe non diventare neanche un giallo in piena regola. Perché chi ha presentato la manifestazione di interesse a investire nell’area di crisi complessa del Molise entro il 10 ottobre scorso non è vincolato a partecipare a nessun bando, né a realizzare il suo progetto.
Ma in queste ore, dopo le anticipazioni dell’accordo di programma pubblicate da Primo Piano sabato scorso, è una domanda ricorrente: chi c’è dietro quel progetto di un nuovo polo avicolo orientato verso il mondo arabo che Invitalia ha inserito nella scheda degli otto potenzialmente compatibili con l’accesso a un contratto di sviluppo?
Le iniziative che riguardano l’avicolo, in quella scheda, sono due. Innanzitutto, la riqualificazione del complesso ex Gam, ovvero il piano del gruppo Amadori che ha acquistato il primo lotto dell’azienda di Bojano attraverso la società Agricola Vicentina. In questo caso, come è indicato nello stesso progetto di riconversione e riqualificazione industriale redatto da Invitalia, la manifestazione di interesse «è stata ritenuta altamente strategica dalla Regione Molise e dal Mise (Accordo quadro del 28.2.2017)». L’investimento proposto è pari a 40 milioni. Curioso, però, che a differenza degli altri sette non sia indicato il numero degli occupati previsti. C’è solo una sigla: n.d. Non disponibile al momento in cui il testo è stato chiuso, non determinato? Oppure, un errore? Un refuso, come si direbbe in gergo giornalistico. Nell’accordo siglato a Roma una previsione c’è: 170 addetti a regime. Nel piano di Invitalia no. Probabilmente, si tratterà di una stranezza innocente. Epperò ad alcuni ex operai dell’azienda di Monteverde non è sfuggita, non è sfuggita ad alcuni rappresentanti sindacali.
Ma ad attirare ancora di più l’attenzione è stato il secondo progetto riguardante la filiera del pollo. Una sintesi non felicissima lo individua così: nuovo polo avicolo per la coltivazione di prodotti di carne e polli “halal”. Halal è, fra le altre cose, il metodo di macellazione islamico. In Francia i produttori avicoli lo utilizzano. In Italia molto meno. Ma il mondo arabo è un mercato di sbocco interessante. Per esempio, la macellazione islamica era una delle caratteristiche del piano di rilancio del gruppo Leocata, che nel 2013 tentò di acquisire la filiera molisana. Nessuno, tranne Invitalia, sa chi ha presentato quella manifestazione di interesse. L’iter della call è stato improntato alla massima riservatezza. Meglio: quasi un ‘segreto di Stato’. Ma è un piano di assoluto rilievo, almeno sulla carta: un investimento da 45 milioni e una previsione di occupazione di 110 unità.
Chi c’è dietro? Da due giorni torna questa domanda. Non lo sanno in Regione, dove pure la cosa ha destato sorpresa. Non lo sanno i sindacati. E il tam tram fra gli operai è tornato ad essere quello dei tempi d’oro. Telefonate, richieste di informazione alle rsu che a loro volta chiedono ai confederali e alla redazione. Un giallo? Per ora un tormentone. Quelli fin troppo ricorrenti nella lunghissima vertenza della filiera avicola molisana. Quelli sì, sempre tormentoni in piena regola.
ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.