Il peccato originale del governo, e del governatore, Frattura? «Il conflitto di interessi». Le attività da imprenditore, secondo il suo avversario più tenace, condizionano il presidente della Regione. Che a sua volta condiziona l’economia e il futuro del Molise.
Massimo Romano conferma: mai con Paolo. I quattro anni al vertice di Palazzo Vitale lo hanno convinto ancora di più che l’architetto sia «inadeguato» ad un ruolo da leader. Il simbolo di questa legislatura, a suo parere, è aver sostituito il Termoli Jet, il ‘sogno’ di aprire un canale turistico e commerciale coi Balcani, con la metropolitana leggera «che collega Matrice a San Massimo». Eppure lui l’operazione del catamarano (ora venduto all’asta ai coreani) l’ha combattuta non poco quando era all’opposizione di Michele Iorio. Adesso è, sarà, un suo alleato?
Nella trasmissione di Teleregione ‘Fuoco incrociato’, Romano si confessa. E ringrazia per la domanda su Iorio. Che gli dà modo di spiegare quella conversione che in tanti gli addebitano come una spericolata e inversione a ‘u’. In estrema sintesi, secondo lui, nel cambio di guida politica il Molise ha perso e non guadagnato. Non dà l’impressione chiara di un’alleanza già fatta. Quanto di una affinità di posizioni che sembra destinata ad un cammino comune per le regionali del 2018.
Su altre due cose è netto (oltre che sulla distanza dall’attuale presidente della giunta): esclude una sua candidatura a governatore – «non per ora, la escludo proprio» – e stoppa la riproposizione di Iorio. Perché? Essenzialmente perché non è di revanche che si tratta ma del futuro del Molise.
Dal 2013 ad oggi, il percorso di un giovane che ha già una lunga esperienza politica alle spalle. Dove eravamo rimasti? A Massimo Romano che quattro anni fa dialogava con Ruta e Leva, il secondo allora segretario regionale del Pd. I due registi della coalizione di centrosinistra gli preferirono Frattura. Lui cambiò strada, si candidò da solo, senza paracadute. «Oggi loro sono parlamentari e io non sono più neanche in Consiglio regionale», sintetizza. Ma non ha cambiato idea. Non gli piacciono poi quelli che piangono dopo i lutti. Apprezza le prese di posizione chiare di Leva contro l’operato del governo Frattura. Ma non può fare a meno di dire che sono tardive.
Rifarebbe tutte le battaglie del passato, allo stesso modo. Sullo Zuccherificio, sulla Gam. «Ma la soluzione non era chiudere le aziende e mettere operai e famiglie in mezzo alla strada», riaccende lo scontro con l’amministrazione Frattura. Lo stabilimento di Termoli non solo è chiuso, aggiunge, ma non c’è più neanche la storica insegna sul silos. E sulla ripartenza della filiera avicola nutre molti dubbi, vede in sostanza molti interrogativi e incertezze nell’operazione.
Qual è allora il modello? Romano si ispira – e conta sul fatto che il Molise stavolta sia pronto, o almeno ci spera – a quel che è riuscito a realizzare a Napoli il sindaco De Magistris. «Con lui io ho un conflitto di interessi…», dice scherzando. Liberare, far emergere intelligenze e capacità che finora sono rimaste in ombra. Una classe dirigente nuova. Curioso che un ragazzo del 1981 punti al rinnovamento. Lo pratica escludendosi dalla contesa per la leadership. Allo stesso tempo dichiara di non prediligere le alleanze contro qualcuno, Frattura in questo caso. Che poi diventano ‘ammucchiate’, comunque joint venture spurie. «Quando si fanno delle coalizioni solo al fine di mandare a casa tizio mi danno tanto la sensazione che siano delle cose: togliti tu che mi ci metto io…».
Mantiene un suo profilo autonomo: contesta il silenzio dei 5 Stelle, a partire dall’assenza di commenti sulla sentenza di Bari che ha assolto l’ex pm Papa e la direttrice di Telemolise Petescia dall’accusa di aver tentato di ricattare il governatore in carica. Rileva che il centrodestra è rimasto pressoché in silenzio in questi anni. «Non ricordo prese di posizione da parte degli altri partiti di centrodestra contro il governo regionale, se non degli spot, qualche articolo qui e lì, però più per dimostrare che esistono e non in termini autentici». Menzione a parte per Forza Italia che, attraverso Patriciello, per Romano sta con Frattura.
Cosa propone Coscienza civica? «Una stagione di riforma del Molise, mettendo insieme persone che non hanno interessi privati e fanno un patto di lealtà con gli elettori dicendo prima di candidarsi le cose da fare». Una proposta, la sua, non contro i partiti ma oltre i partiti.
Facce nuove, dice Romano, e non necessariamente giovani. Perché Iorio no? «Con grande rispetto verso il presidente Iorio ritengo di non condividere la sua (eventuale, ndr) riproposizione. Oggi il Molise ha bisogno di un ricambio della classe dirigente, occorre ricostruire un rapporto di fiducia tra cittadini ed eletti, fiducia nelle istituzioni che passa attraverso il rinnovamento della politica.
Non credo ci sia spazio per una rivincita, ma la necessità di costruire insieme una stagione diversa, con contenuti diversi». ppm

Un Commento

  1. Gianfelice scrive:

    Iorio no, ma proprio no! Non sono bastati i capitomboli fatti dalla regione durante gli anni del suo mandato? Partendo dal presupposto che non dovremmo esistere come regione perché troppo piccoli e scarsamente capaci di unirci per lottare per il bene comune, se proprio dobbiamo esistere dato che di riforme non ne sono state fatte in merito, bisogna voltare totalmente pagina: bisogna designare una persona capace, competente nelle materie che dovrà affrontare, non polemica e, cosa più che rilevante, moralmente integra! Se davvero vogliamo bene a questo nostro Molise, cambiamo passo e volti, senza se e senza ma!

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