CAMPOBASSO. Iorio? Si atteggia a professore ma il bocciato è lui. Risponde più o meno così il governatore in carica Paolo Frattura all’attacco del suo predecessore. Secondo l’ex presidente l’emendamento che introduce l’articolo 34 bis della manovrina e approva con legge il programma operativo straordinario del Molise costituisce in realtà una bocciatura per Frattura.
Frattura rispedisce la qualifica di bocciato al mittente e aggiunge: se Iorio avesse fatto come Chiodi (lo stesso provvedimento che oggi viene messo su carta per il Molise fu varato nel 2011 per l’Abruzzo) oggi saremmo fuori dal piano di rientro.
Presidente, il suo predecessore sostiene che lei non ha nulla per cui entusiasmarsi perché l’emendamento del governo blinda il piano ma boccia lei…
«La prima bocciatura fu proprio la sua. Il commissario Iorio è stato commissariato, cioè da presidente-commissario non è stato ritenuto all’altezza della proposta di riorganizzazione della sanità molisana. Sentire il bocciato di turno che si erge a docente qualche sorriso lo genera, non solo a me, non solo agli operatori sanitari ma ritengo a tutti i molisani. Questo però è un problema di Iorio…».
Perché è stata scelta questa strada? Comunque è impegnativo, per una Regione, che il suo piano sanitario sia legge nazionale.
«Rifacciamo il percorso per intero. Il sottoscritto, in quanto commissario e non commissario commissariato, con la struttura commissariale, la struttura regionale e con quella aziendale dell’Asrem ha costruito un programma. Un programma proposto dalla Regione Molise e condiviso da tutte le altre Regioni e dallo Stato. Il 3 agosto (in Conferenza Stato-Regioni, ndr) abbiamo chiuso la condivisione del programma operativo straordinario del Molise, con buona pace dei 5 Stelle, dei comitati, dei grilli parlanti – che non sono i 5 Stelle chiaramente – che per mesi hanno detto: ma dove sta il piano? Sta di fatto che quel piano è diventato strumento di programmazione regionale. Poi siamo passati alla fase attuativa e che cosa succede? Che chiunque, che abbia o non abbia titolo, che abbia o non abbia figura giuridica, è nelle condizioni di impugnare un atto che non è legge. A questo punto, esattamente come accaduto nel 2011 per la Regione Abruzzo, ho chiesto al governo di trasformare quell’atto programmatico in strumento di legge, così da evitare il banale ricorso amministrativo che ci mette nelle condizioni comunque di creare un danno ai molisani, oltre che – con un minimo di obiettività – anche a chi prova a realizzare quanto condiviso e programmato. Diventando legge dello Stato non si può impugnare più…».
Il centrodestra parla di incostituzionalità, Iorio annuncia che porrà la questione.
«Eh sì, il bocciato di turno, sempre Michele Iorio, fa riferimento all’incostituzionalità: voglio ricordare che l’ho sentito parlare di incostituzionalità già in merito alla legge sull’editoria e non mi pare ci sia stato poi nessun atto concreto conseguente e la nostra legge è stata dichiarata costituzionale. Poi ne ha riparlato per la legge di istituzione dell’Egam e anche lì non ho letto nessun atto conseguente. Quindi mi trovo a dover concludere che è un modo per provare a fare politica a parole, senza sostanza. Se il piano sarà legge dello Stato vorrò vedere in che modo il consigliere Iorio proverà a impugnare la costituzionalità della norma e vorrei capire come mai nel 2011 in Abruzzo tutto questo non è accaduto. Allora, a differenza che nel Molise, Chiodi comunque portò a casa un risultato importante che ha dato la possibilità al presidente D’Alfonso di venire fuori dal piano di rientro. Cosa, purtroppo, per noi non ancora accaduta perché i 12 anni di assoluto dissesto organizzativo, funzionale, senza qualità e attenzione al cittadino, ci portano ad avviare solo nel 2017 le misure strutturali per la riorganizzazione».
Cambiamo argomento, presidente. A Roma il Pd per la legge elettorale ha chiuso l’accordo con Forza Italia e M5S. In Molise con chi siete pronti a dialogare?
«I protagonisti dell’approvazione della riforma sono i consiglieri regionali e trattandosi di legge elettorale, ritengo che il dibattito debba riguardare tutti i consiglieri, indipendentemente dalle appartenenze. È chiaro che il senso di responsabilità della maggioranza sta nel concretizzare una proposta, per la quale ci si confronterà anche con le minoranze: che siano di centrodestra, dei 5 Stelle o di centrosinistra per essere chiari. Se si arriva ad una proposta totalmente condivisa avremo l’unanimità, altrimenti dopo aver provato a costruirla provvederemo con la maggioranza».
pie.bor.