Il Consiglio regionale è esautorato. Rilancia un allarme che ha già più volte rappresentato, Angela Fusco Perrella.
«Giova a tutti noi andare a rivedere le norme statutarie e regolamentari della nostra Regione, visto che dopo quattro anni e mezzo di questa legislatura assistiamo a continui prevaricamenti di ciò che è previsto dalla disciplina, e che costantemente viene disatteso con un unico risultato: l’esautoramento del ruolo del Consiglio regionale, una volta luogo di incontro, sintesi e discussione oramai ridotto a mero esecutore, nonché spettatore, delle volontà altrui».
L’Assemblea legislativa, per la consigliera di centrodestra, è tagliata fuori «da ogni decisione in tema di sanità, esclusa dall’esercizio dell’attività programmatoria a essa attribuita, ora la dignità dell’assise consiliare e dei Consiglieri regionali che la rappresentano è stata colpita anche sul versante dell’iniziativa legislativa».
Nel suo mirino c’è la proposta di legge del presidente Cotugno per la coltivazione e il commercio del tartufo «sulla cui validità e necessità avremo modo di discutere nei luoghi deputati, ossia la Commissione consiliare competente e il Consiglio regionale». La polemica riguarda adesso queste circostanze: «Abbiamo letto frasi come “abbiamo recepito le indicazioni delle associazioni degli operatori del settore” oppure “si è pertanto inteso intervenire con alcuni emendamenti alla riformulazione di alcune previsioni normative della proposta di legge”; affermazioni di una gravità assoluta perché rilasciate ancora prima che il testo cominciasse il suo iter nella Seconda commissione». Solo qualche giorno fa è stato nominato il relatore del ddl, aggiunge Fusco. «Quindi i lavori consiliari nonché il ruolo che spetta ad ogni consigliere regionale hanno lasciato il posto a riunioni in uffici privati legittimate a dire ciò che è bene e ciò che è male per il settore tartufi della nostra regione, una delle grandi ricchezze del nostro territorio».
L’ex assessora all’Agricoltura ne ha pure per il governatore che, sostiene Fusco, si assume «la paternità di proposte di legge presentate e sottoscritte dagli stessi consiglieri regionali facendole passare come una “nostra proposta di legge” o “uno nuovo impegno della Regione”, appropriandosi di meriti e funzioni che non gli competono.
La verità – conclude – è che, purtroppo, si sta andando incontro a una vera e propria deriva istituzionale che, come già accaduto per la sanità, non avrà altro che conseguenze negative per il Molise, già duramente messo in difficoltà dalle scelte operate negli ultimi anni dall’attuale governo regionale».