Nessuna epurazione, assicura. Però tira dritto: nessuna alleanza ad excludendum. Soprattutto se si mira ad escludere «un onesto, stabile, convinto sostenitore della maggioranza e degli atti che questo governo e questa maggioranza hanno messo in campo».
I sostenitori dell’Ulivo 2.0 vogliono il centrosinistra autentico. Senza (sul punto Leva è più deciso, Ruta più morbido) Patriciello e Alfano. Il governatore Paolo Frattura, che pure nelle intenzioni dei ricostruttori dell’Ulivo non può essere di nuovo candidato perché ai loro occhi interprete di un Pd che in questi anni ha giocato il ruolo del centrodestra, punta a riportare la maggioranza eletta nel 2013 e che con lui ha amministrato alla guida di Palazzo Vitale. Quella, senza defezioni. E se defezioni devono esserci, non saranno quelle degli alleati che gli sono stati più fedeli. Confronto sia, dice in pratica, ci misureremo.
Dopo la conferenza stampa di venerdì, e dopo il comunicato dei partiti e movimenti del centrosinistra sabato, Frattura commenta quanto sta avvenendo. Torna alla decisione dell’assemblea dem di fine maggio. Ruta e altri chiedevano l’indizione delle primarie, ma la mozione fu bocciata: 11 voti contro 34. Il rapporto, sottolinea il presidente, è 25%-75%. «La mozione voluta dal senatore Ruta è stata sonoramente bocciata dall’assemblea con il 75% a favore di una mozione diversa dalla sua, forse questo – suggerisce un po’ sibillino – lo mette nelle condizioni di seguire un altro percorso. Lo rispettiamo, convinti come siamo che poi il confronto elettorale ci dà la possibilità di confrontarci in contraddittorio sulle proposte e sulle cose fatte in questi cinque anni, in Parlamento e in Regione». Poi chiarisce di sapere quanto «importante sia un’alleanza di centrosinistra». Allo stesso tempo, Frattura si chiede – vedendo insieme a Ruta – «rappresentanti di amministrazioni che oggi sono comunque sostenute dalla maggioranza del Pd che ha votato contro la mozione del senatore, da Alleanza popolare, da Rialzati Molise, dal Molise di tutti, dall’Idv, che continuano a garantire la maggioranza», se questi amministratori «siano lì a titolo personale o in rappresentanza di qualcosa o di qualcuno». Stoccata in particolare agli esponenti del Pd che hanno seguito Ruta (a Campobasso l’amministrazione è sostenuta dalla stessa maggioranza che c’è in Regione). Stoccata ancora più chiara quando, alla domanda se siano tanti i dem che promuovono l’Ulivo 2.0, risponde:
«Sono gli stessi che hanno riportato 11 voti contro i 34 della maggioranza espressa in assemblea». Dovrebbero andarsene dal partito? Frattura non è d’accordo: «Assolutamente, non credo che l’epurazione sia la soluzione migliore, ritengo che sia il confronto». Contesta anche la ricostruzione per la quale il no alle primarie è stato assoluto: si fanno le primarie quando ci sono più candidati, spiega, e lui ha espresso «totale convinta disponibilità a partecipare, però si indicono le primarie quando ci sono i candidati, non senza. È come indire le elezioni e poi non ci sono le liste, chi si vota?».
Questo, secondo Frattura, il senso del percorso voluto dalla maggioranza del Pd. «Prima una verifica del lavoro svolto in Regione in questi quattro anni di mandato, dopo di che la valutazione degli iscritti del Pd, dei circoli, dei simpatizzanti, dei sostenitori, valutazione allargata alla coalizione. Infine, la verifica di una mia eventuale possibile ricandidatura e di eventuali seconde, terze, quarte candidature che definirebbero l’indizione delle primarie». Epperò, avverte, «non esiste l’alleanza con preclusioni a monte. Io continuo a essere a favore di un’alleanza di centrosinistra che confermi questa maggioranza alla guida della Regione per i prossimi cinque anni. Se qualcuno decide di chiamarsi fuori o se qualcuno decide di tirare fuori chi è stato invece un onesto, stabile, convinto sostenitore della maggioranza e degli atti che questo governo e questa maggioranza hanno messo in campo fa lui la scelta. Non la faccio io, né la maggioranza del Pd o le altre sigle e i sostenitori che ci hanno dato la possibilità, dopo aver vinto alla Regione, di vincere quasi ovunque. Al netto del Comune di Isernia dove mi pare che la sovraesposizione non sia stata certo della maggioranza del Pd…».
Tira dritto e sembra già in corsa, il governatore in carica. «Ho già espresso un mio convinto sì. Ma non è sufficiente. Perché sia certo occorre che ci sia la fiducia del Pd, sicuramente in maggioranza considerando che la minoranza si è già espressa, e delle altre forze che costituiscono la coalizione del centrosinistra che ha governato per questo mandato e si propone per il prossimo». La riserva la scioglierà al termine della conferenza programmatica.
Intanto, stamattina alle 11 in via Genova presenta il nuovo servizio per la sanità: un numero verde per segnalare eventuali disfunzioni e disservizi negli ospedali. ppm