Per Michele Iorio «un elemento di democrazia». Per Filippo Monaco, invece, «causa di confusione nell’elettorato».
È il voto disgiunto, croce e delizia dei candidati governatori del Molise. La proposta della maggioranza, quasi pronta, «fatta al 90%» come spiega il capogruppo del Molise di tutti Cristiano Di Pietro, ne prevede la cancellazione. Dopo quasi vent’anni di onorato servizio. Se la riforma andrà in questa direzione, nel 2018 non sarà più possibile scegliere il presidente del centrosinistra e un candidato consigliere del centrosinistra o dei 5 Stelle e viceversa.
Il dibattito è entrato nel vivo. La sensazione di tutti è che dopo anni di occasioni mancate, anche perché non c’era la volontà politica naturalmente, stavolta la legge elettorale denominata ‘Tatarellum’ sarà archiviata, messa in soffitta e sostituita – finalmente – dal sistema scelto dall’Assise legislativa molisana. Una possibilità introdotta per le Regioni dalla riforma costituzionale dell’inizio anni 2000. Palazzo D’Aimmo questa possibilità non l’ha ancora utilizzata.
Quattro i disegni di legge presentati: quello a firma Niro-Di Pietro-Sabusco, quello di Scarabeo-Totaro-Lattanzio, il testo di iniziativa del presidente del Consiglio Cotugno e infine il ddl dei grillini.
Ma il testo che partirà in vantaggio è quello che la maggioranza che sostiene il presidente Frattura elaborerà. Quello fatto al 90%. «Mancano alcune riunioni di maggioranza, quelle che facciamo ‘ogni maledetto lunedì’ – dice Di Pietro ironizzando – ma direi che la proposta di maggioranza è articolata». Secondo lui basteranno altre due riunioni. Tutto ruota intorno ai soliti temi: collegi (uno, due o tre), voto disgiunto e di genere, sbarramento e soglie. Ma il vero nodo politico, serpeggia in Consiglio, è la rappresentanza del territorio, che tradotto vuol dire Isernia. Secondo Di Pietro si va verso una rappresentanza proporzionale del collegio isernino: 15 consiglieri eletti a Campobasso e 5 a Isernia o 14 e 6. E questo fa capire che l’orientamento che sta prevalendo in tema di circoscrizione è per mantenere l’assetto esistente e disegnato sul territorio delle due province.
«Non ho presentato alcuna proposta di legge elettorale perché spetta alla maggioranza, se ancora esiste: per me va bene sbarramento per le coalizioni, abolizione del listino (l’altrettanto famoso ‘gratta e vinci’ che porta in Assise da uno a sei candidati collegati al governatore eletto, ndr) e garantire un proporzionale per il collegio di Isernia. Sento dire 5-6 consiglieri e ci sta». La pensa così l’ex presidente Iorio. Che però mette in chiaro di essere pronto a votare queste proposte, «ma deve restare il voto disgiunto». Per lui è una specie di pregiudiziale «perché è elemento di democrazia. È una battaglia di principio che si innesta nel ruolo del presidente di una Regione come è disegnato ora. È una figura che non può essere legata alle liste, ma ai cittadini, che devono essere liberi di scegliere. Quando mi fu proposta da presidente – ricorda – dissi di no e avevo il potere per farlo. Quindi non lo dico perché potrebbe eventualmente favorirmi: mi chiesero il voto congiunto e dissi no. La cosa funziona per i sindaci, non si dovrebbe tornare indietro».
Il vicepresidente del Consiglio Monaco, invece, rivendica una scelta di «coerenza e serietà rispetto al passato» nel proporne la cancellazione. «L’elettorato vuole un percorso più coerente e trasparente, lineare. Il voto disgiunto aumenta la confusione, non migliora la democrazia. In cabina un cittadino fa una scelta. Scelto un presidente, che è lui a determinare il percorso, non deve essere possibile che poi si premi un’altra squadra col disgiunto».
Quanto allo sbarramento, l’intesa in maggioranza sarebbe del 15% per le coalizioni. Per i partiti e movimenti in coalizione, invece, si ragiona ancora sul 3% ma l’indicazione prevalente sarebbe quella di non prevedere soglia per chi si allea. ritai

Un Commento

  1. emanuela scrive:

    Il voto disgiunto a volte favorisce persone conosciute dal votante di una parte avversa al partito o al raggruppamento cui si vuol dare fiducia, può essere una opportunità per non scontentare nessuno o per fare di un sindaco o di un presidente “l’anatra zoppa” cioè mi piacerebbe ma non troppo. Avendo partecipato a scrutini elettorali dico che a volte è particolarmente difficile l’attribuzione di un voto specie se l’elettore è poco esperto…..

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