Lo dice in premessa: siamo condizionati da Agea nei pagamenti. Respinge le polemiche politiche sullo stato di avanzamento del programma di sviluppo rurale indicando nei numeri il metodo di lettura più oggettivo. E due anni dopo il varo del nuovo Psr, il ciclo di programmazione 2014-2020, l’assessore all’Agricoltura Vittorino Facciolla fornisce i suoi numeri tracciando un primo bilancio.
Al suo fianco, il direttore di dipartimento Massimo Pillarella. Di fronte a loro nella sala intitolata dell’Arsarp a Gino Di Biase, numerosi dipendenti dell’assessorato e collaboratori.
Il Psr ha una dotazione di 210 milioni, 166 sono stati impegnati. Le risorse già concesse ammontano a 101 milioni. Le percentuali parlano del 78% del totale impegnato. Facciolla poi prosegue: chiuse due sottofasi della misura 4.1 e ce n’è una terza aperta. Impegni per 10 milioni per le attività extra agricole (4.2). Così come sono stati firmati i decreti in favore dei Comuni (misura 4.3). Sei i milioni di euro decretati in favore dei primi insediati. La scommessa sui giovani la evidenzia in maniera particolare. «Nove milioni di euro, di cui sei già decretati e altri 3 in fase di istruttoria. Il doppio delle risorse messe a disposizione dei giovani rispetto alla vecchia programmazione. Oggi se un giovane vuole vocarsi all’agricoltura e ha un’azienda agricola che glielo consente difficilmente si troverà non finanziato da questa programmazione», sottolinea Facciolla. Che sintetizza: «Viene fuori un Molise diverso».
Altro elemento che rivendica come risultato delle scelte di fondo compiute per orientare la destinazione dei soldi (oltre agli indicatori che dicono che in agricoltura il Molise crersce dell’11%), il fatto di aver puntato – fra gli assi – sui regimi di qualità: «Triplicato il numero delle aziende che producono biologico, oggi sono poco meno di 400 e siamo passati da mille ettari ai 9mila attuali». Oltre a misure più squisitamente agricole, il Psr della giunta Frattura prevede interventi per mantenere la presenza dell’uomo nelle zone rurali: sostegno ad artigiani, commercianti che scelgono di aprire o riqualificare la propria attività.
Nella conferenza anche un consuntivo sulle altre deleghe affidate a Facciolla. In tema di ambiente elenca la pianificazione regionale realizzata: rifiuti, acque, aria, nitrati e ora il piano energetico (stamane al vaglio del Consiglio regionale per l’adozione). Una programmazione essenziale e più efficace perché costruita attraverso il confronto coi territori, «le norme nazionali senza confronto con il territorio non sono le scarpe giuste per questa regione». Ricorda il caso Hera, l’impugnativa dell’Aia che dice all’azienda cosa e come bruciare. Se la Regione si dà delle regole, non è vero – rimarca – che lo Stato può bypassarle. Tanto che il ricorso contro l’autorizzazione è stato respinto dal Tar.
Infine, le politiche sociali. Prosegue con buoni risultati, sicuramente il cambio di clima nei rapporti con le associazioni lo è già, il tavolo sulla non autosufficienza. E a fine mese arriverà il bando per la legge sul ‘dopo di noi’. r.i.

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