Alla politica dell’apparire, il governatore del Molise, Paolo di Laura Frattura, ha preferito, sin dai primi giorni dell’espletamento del suo mandato, la politica del fare, ponendosi in controtendenza con quella spettacolarizzazione mediatica che molti protagonisti della vita politica italiana, Renzi per primo, amano privilegiare.
Si può essere d’accordo o in disaccordo con l’azione politica messa in campo dal presidente, si può criticarlo a torto o a ragion veduta, ma obiettivamente gli va ascritto il merito di aver lavorato sodo. Come tutti gli imprenditori che si alzano la mattina e vedono come far quadrare i conti della propria azienda, Frattura ha trasferito questo modus operandi all’interno di Palazzo Vitale, lavorando fino a notte inoltrata con caparbietà e tenacia. Un impegno che non ha pagato sul piano della visibilità e del marketing politico. Basta scorrere la pagina Facebook per rendersi conto di quanto Frattura sia inviso ai molisani e di come venga fatto oggetto di esecrabili invettive. Sanità, vertenze lavoro, occupazione, viabilità, trasporto pubblico su rotaie sono i vulnus di cui si lamentano di più i cittadini.
Nel corso di una intervista televisiva, Frattura ha fatto riferimento ad un probabile difetto nella comunicazione di ciò che il Governo regionale ha fatto e dei risultati raggiunti in questi anni. Eppure, sul piano della comunicazione istituzionale nulla è stato lasciato al caso. Il portale web della Regione Molise è un esempio di funzionalità e trasparenza, il press office è stato curato con grande professionalità da Sabrina Varriano, giornalista formatasi alla pregevole Scuola di Baricco, le pubbliche relazioni istituzionali sono state assicurate costantemente intra ed extra moenia. È difficile capire cosa non abbia funzionato. Forse è mancata a Frattura la capacità di fare una politica più a misura d’uomo, di uscire per strada, stringere la mano alla gente, dare la classica pacca sulla spalla secondo i canoni di un savoir-faire ruspante, ma pur sempre efficace in politica. Di ciò, il governatore pare abbia preso coscienza. Messo da parte il marketing virtuale – la sua pagina Facebook non è particolarmente prolifica negli ultimi giorni – da qualche tempo a questa parte lo si vede presidiare maggiormente il territorio. Manifestazioni, processioni, sagre sono ormai nella sua agenda. Peccato che questa esternalizzazione della sua persona non sia sempre baciata dalla fortuna. Ad Isernia, qualche giorno dopo “Il Consultorio in piazza”, manifestazione tesa ad avvicinare i cittadini alla sanità pubblica, è accaduto che all’ospedale Veneziale un cittadino alle prese con una dolorosa ernia sia stato rimandato a casa per indisponibilità dell’anestesista. Ancora più iellata la sua partecipazione all’inaugurazione dello Swing, il nuovo treno che ha subìto un guasto alla sua prima corsa. Verrebbe quasi da chiedersi se Frattura e iattura sia qualcosa di più di una semplice rima e se non sia il caso che il governatore faccia ricorso all’opera di un taumaturgo.
Per la verità, accreditate voci di corridoio riferiscono che a Palazzo Vitale si vedrebbe sempre più spesso il prof Pasquale Passarelli, il quale dovrebbe occuparsi del restyling politico di Frattura soprattutto in funzione elettorale. Ai più giovani questo nome non dice nulla, ma chi ha un po’ di memoria storica del Molise non può non conoscere il prof Passarelli, una delle intelligenze più fervide e vive che la cultura e la politica della nostra regione possano vantare. Professore di filosofia, giornalista, scrittore, poeta, esperto di pubbliche relazioni, marketing territoriale, relazioni internazionali, strategia d’impresa, Passarelli è un intellettuale-manager sui generis, capace di coniugare formazione umanistica e filosofica con le più moderne tecnologie. Quando nel 1981 la maggior parte dei molisani non sapeva esattamente cosa fosse il controllo dei sistemi vivi e non vivi e le sue innumerevoli applicazioni (cibernetica), il professore pubblicava “L’uomo come farsi”, un articolo su filosofia e cibernetica che chi scrive ha avuto la fortuna di leggere e di rimanerne colpito. È stato un antesignano delle opportunità che la politica molisana doveva cogliere. Lapenniano di ferro, ha lavorato a stretto braccio con Enrico Santoro e lo ha seguito in tutta la sua escalation politica: da sindaco di Isernia, ad assessore regionale e presidente della Giunta regionale. Sotto la presidenza di Passarelli, agli inizi degli anni Novanta, il Nucleo industriale di Venafro-Pozzili ha conosciuto una stagione esaltante che non si è più ripetuta. È stato anche candidato al Parlamento. Il professore è uomo di mondo. Dai Caraibi al Governatorato di Tunisi, alternando attività imprenditoriale ad attività di consulenza, direzione e docenza, Passarelli ha fatto infine ritorno nel Molise.
Poteva un’azienda all’avanguardia come il Neuromed lasciarselo scappare? Assolutamente no. Dal 2014, Passarelli è responsabile delle relazioni istituzionali nazionali ed internazionali dell’Istituto.
Non è escluso che a consigliarlo a Frattura siano stati proprio Patriciello, Cotugno e Pietracupa.
E c’è già qualcuno che ha ribattezzato l’entrata in campo di Passarelli “Operazione Jim Messina nostrana”, con riferimento al guru della campagna elettorale di Barack Obama, chiamato da Renzi in occasione del referendum costituzionale. Certo, a Frattura converrebbe più un Messina prima maniera, quello che ha portato Obama alla presidenza degli Usa, perché con Renzi gli esiti sono stati nefasti.
C’ è da lavorare molto, c’è da recuperare un gap di impopolarità fisiologica in un momento in cui la crisi porta più al dissenso che al consenso. Ma a Passarelli le sfide difficili piacciono e le campagne elettorali dove ha messo lo zampino sono risultate per lo più vincenti. Vedremo, questa volta, come andrà a finire. Filiberto Nemorino