Riammessa la lista di Casapound, tutto regolare anche per Marcello Miniscalco che quindi è in corsa con Unione per il Molise. Confermata, invece, l’esclusione di Destre unite Forconi, i cui rappresentanti annunciano che entro oggi presenteranno ricorso all’ufficio elettorale regionale presso la Corte d’Appello.
Ieri in tarda mattinata il responso dell’ufficio unico circoscrizionale presieduto dal presidente del Tribunale di Campobasso Enrico Di Dedda. Intorno alle nove si era tenuta la discussione sulle singole contestazioni notificate dalla stessa commissione agli interessati nella giornata di domenica.
Per quanto riguarda Casapound, la lista rischiava di restare fuori perché Francesca Bruno – consigliera comunale a Isernia – ha autenticato la propria accettazione di candidatura. Senza Bruno, la lista ha 14 candidati, al di sotto del numero minimo previsto dalla legge. E per questo era stata esclusa. Senza la lista, tra l’altro, sarebbe rimasta comunque in piedi la candidatura dell’aspirante presidente Agostino Di Giacomo. Il movimento, insieme ai propri legali, ha prodotto sentenze che ammettono le liste in casi analoghi. E l’ufficio ha dato loro ragione, riammettendo il raggruppamento alla competizione del 22 aprile.
Marcello Miniscalco, invece, era stato ‘cancellato’ da Unione per il Molise per incandidabilità. Un mantra demoralizzante per il segretario regionale del Psi. Perché si tratta della stessa sentenza passata in giudicato che gli ha impedito la corsa cinque anni fa (fu cassato dal listino del presidente Frattura). Intanto, però, lui ha chiesto e ottenuto la riabilitazione. Prima di candidarsi, dunque, era tranquillo perché aveva compiuto tutti i passaggi necessari per stare a posto. Invece, in prima battuta, di nuovo un’esclusione. Ieri mattina era rappresentato dagli avvocati Serena Carlomagno e Paolo Lanese. Che hanno illustrato la posizione del loro assistito e prodotto quanto serviva a prendere atto della sua candidabilità. Per lui una grande soddisfazione. «Avrei volentieri evitato l’esposizione mediatica – commenta – visto che le vicende erano le stesse di cinque anni fa. Attendo con fiducia che la Corte di Strasburgo mi dia ragione per quanto accaduto allora. Intanto, ora posso iniziare la campagna elettorale con l’obiettivo di riportare un socialista in Consiglio regionale».
Nulla da fare, infine, per Destre unite Forconi. Alla lista la commissione ha contestato, pare, un’irregolarità relativa a un atto rogato da un notaio che non esercita in Italia. Per i due movimenti il vizio resta sanabile, si sono rivolti per questo a un notaio campobassano. Ma l’ufficio unico ha confermato l’esclusione. Faranno ricorso alla commissione della Corte d’Appello.
Estratto ieri anche l’ordine dei candidati presidenti sulla scheda: primo, Donato Toma (centrodestra), secondo Carlo Veneziale (centrosinistra), seguono Andrea Greco (5 Stelle) e Agostino Di Giacomo (Casapound).
ppm