Due misure, un unico progetto: la giunta regionale ha stanziato 400mila euro per aiutare chi non ha un tetto sulla testa e chi non sa come mettere un piatto in tavola. Le azioni sono state presentate dal governatore Donato Toma e dall’assessore alle Politiche sociali Luigi Mazzuto, insieme a loro l’arcivescovo di Campobasso Giancarlo Bregantini e il responsabile della Caritas diocesana don Franco D’Onofrio.
Il soggetto attuatore è la onlus Shomer, associazione di cui la Caritas si avvale nell’attuazione dei progetti, una sorta di braccio operativo. «Per evitare che possa rimanere uno dei tanti “progetti spot”, che nascono e poi si interrompono, la scelta della Regione, per dare sistematicità all’intervento, è di inserire questa iniziativa all’interno del nuovo piano sociale regionale 2020/2022, in fase di avanzata elaborazione, e che presto verrà portato alla concertazione di tutti gli attori pubblici», ha spiegato Toma.
L’esigenza è dare risposte concrete e immediate a persone che si trovano in condizione di estremo disagio: chi perde il lavoro, chi vive una brutta separazione che stravolge anche la situazione economica (spesso sono gli uomini a finire sul lastrico), donne costrette a prostituirsi, migranti che non vivono nei centri, clochard. Finora, ha ammesso il governatore, la risposta è stata «assicurata principalmente dall’associazionismo cattolico e dalle Caritas diocesane; da oggi, si concretizza una rete territoriale pubblico-privato sociale in grado di intercettare le esigenze di questa fascia di utenza, soprattutto in una logica di prevenzione e di inclusione».
I fondi sono quelli del Pon inclusione (300mila euro) e del fondo nazionale non autosufficienza (100mila).
C’è la linea “senza dimora” e c’è il pronto intervento sociale che si avvale della stessa rete di attori pubblico-privati: Regione, Ambito territoriale di Campobasso come soggetto attuatore (alla conferenza c’era anche l’assessore comunale Luca Praitano), gli altri Ats, l’associazione Shomer.
Sarà importante, hanno rimarcato Toma e Mazzuto, far emergere il disagio. Perché spesso per dignità o per sfiducia non si chiede aiuto. Per questo è fondamentale la rete territoriale: parrocchie, scuole, Comuni, Regione.
Il pronto intervento sociale si concretizzerà nella distribuzione di beni materiali custoditi in un magazzino a Camapobasso: indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit di pronto soccorso, sacchi a pelo e coperte. La distribuzione sarà effettuata con il supporto dell’organizzazione del privato sociale e attraverso l’operatore sociale territoriale. I beni saranno messi a disposizione di tutti i senza dimora del Molise.
«È il coronamento di un percorso che non si esaurisce qui. Abbiamo riallineato, ad esempio, i pagamenti della non autosufficienza. Pensate – ha detto l’assessore Mazzuto – che il 24 luglio approveremo il riparto 2019, soldi che saranno disponibili dal 1 gennaio prossimo». Il tutto, ha specificato, è stato reso possibile anche perché il Molise coordina la commissione Politiche sociali della Conferenza delle Regioni sia dal punto di vista politico sia tecnico col dirigente Michele Colavita, che ha curato la realizzazione del progetto presentato ieri.
Un progetto, ci ha tenuto a sottolineare don Franco, «frutto di un’analisi realizzata su tutto il territorio». Se Shomer ha trovato oggi un partner istituzionale di assoluto rilievo e se alla Caritas continuano a donare in tanti, ognuno con le sue possibilità, è per la sua credibilità. Le case messe a disposizione dei senza tetto sono gestite dalla onlus, il fabbisogno stimato (mediamente) è di 15-25 persone. «Ringrazio tutte le persone che donano case, casette, ruderi, anche 50 euro dalla pensione», ha detto ancora don Franco evidenziando il grande cuore del Molise.
Il vescovo si è congratulato con la Regione e gli enti attuatori del progetto. «Rispondiamo al grido d’aiuto drammatico di chi è senza fissa dimora. Li soccorriamo direttamente, soprattutto durante l’inverno, li accompagniamo e, la sfida più grande, è aiutarli a riprendersi la loro dignità, farli volare da soli». Serve creare occupazione. Fronte su cui, ha concluso Toma, «stiamo lavorando». ritai