Difesa con le unghie e con i denti dagli assalti ripetuti dei cugini abruzzesi. Epperò adesso chiusa.
A ottobre la maggior parte dei turni di emodinamica al San Timoteo di Termoli è priva di reperibilità medica. Infarti e altre patologie, tempo dipendenti, dirottati altrove. Se l’assenza di un solo specialista ha mandato in tilt il servizio, l’organico era già all’osso.
Si tratta di una sospensione temporanea, è vero. Non si sa però quanto durerà mentre si sa che gli infarti non scelgono di insorgere dalle 8 alle 14 o dalle 14 alle 20 a seconda dei turni che il San Timoteo riesce ancora a coprire. Un po’ come si diceva del Covid per criticare le scelte del governo sul coprifuoco. Il basso Molise non può contare da settembre su un servizio fondamentale.
Nella riunione della Conferenza dei sindaci, pur essendo presente il direttore generale Florenzano a cui chiedere che azioni sta mettendo in campo l’Asrem per risolvere il problema, la questione specifica sulla chiusura di queste settimane non è stata posta. L’ha affrontata in linea generale il sindaco Roberti contestando le linee del nuovo piano che centralizzano fuori regione le patologie tempo dipendenti e prevedono la collaborazione con Vasto anche per l’emodinamica.
È stato il presidente Toma, durante l’intervento che ha chiuso i lavori, a rivelare che l’Abruzzo ha chiesto l’emodinamica, in una logica di accordo di confine evidentemente, alla ex commissaria Degrassi. «E lei ha detto: assolutamente no».
Ma al reparto va assicurato il personale. Altrimenti, è come se fosse stato ceduto all’Abruzzo. Senza l’accordo di confine, che al momento non c’è e che garantisce il posto anche per i molisani. Scriveva Tito Livio: mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata. Sagunto oggi si chiama salute.
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