Tra ricoveri sospesi, prestazioni rinviate, carenza di personale e difficoltà a isolare e gestire i pazienti “Covid – non Covid”, la quarta ondata che ha investito i reparti di Medicina interna degli ospedali regionali è destinata a lasciare strascichi.
Il dato – riferisce l’agenzia Ansa – emerge dall’indagine della Federazione degli internisti ospedalieri (Fadoi) del Molise.
Con l’ultima ondata della pandemia, però, in regione non si sono registrate riduzioni dei ricoveri programmati mentre sono state sospese le prestazioni programmate come accertamenti diagnostici, visite e analisi.
«Ma la macchina – spiega la Fadoi – ha difficoltà a ripartire. La ripresa dell’attività di ricovero ordinaria e delle prestazioni programmate, infatti, non riesce ancora a tornare a regime».
A condizionare il recupero delle normali attività ospedaliere c’è anche il peso gestionale dei cosiddetti “Covid per caso”, pazienti ricoverati per altre patologie e risultati positivi al momento di fare il test di ingresso o nei controlli successivi. Sono meno del 10% negli ospedali molisani.
A fronte di questo quadro, permangono le difficoltà di tipo gestionale che la Fadoi indica soprattutto nelle carenze di personale con visite e accertamenti da recuperare, ma anche pazienti affetti da “long Covid” da continuare a seguire. Strascichi che in media interessano tra il 5 e il 10% dei guariti molisani.
«Per questo – spiega Cecilia Politi, direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di Medicina interna dell’ospedale Veneziale di Isernia e presidente regionale della Fadoi – presso l’ospedale di comunità “Vietri” di Larino, sotto la gestione del direttore del Distretto, vi è un reparto (20 posti letto) di riabilitazione post Covid con fisiatra, cardiologo e pneumologo».
In Molise i pazienti Covid sono ricoverati nei reparti di Malattie infettive e Anziano fragile dell’ospedale Cardarelli di Campobasso che assolve alle funzioni di Hub regionale.