Un quadro finanziario ancora molto critico: 120 milioni di deficit cumulato, 87 milioni di debito pregresso cioè, e poco meno di 40 in termini di disavanzo del 2021. E poi nodi che restano irrisolti, su cui i tecnici del Mef battono a ogni riunione: i privati, ad esempio, a cui la struttura commissariale ha chiesto di poter erogare l’extrabudget del 2019 (perché nelle casse di Palazzo Vitale sono arrivate le remunerazioni riconosciute dalle altre Regioni), devono ancora firmare i contratti per quell’anno e i successivi. Una sollecitazione che ieri sarebbe stata ripetuta insieme al ‘caloroso invito’ a governare meglio i convenzionati.
Ma non è stata l’unica. Il tavolo coordinato da Angela Adduce, riprendendo le ripetute messe in mora del comitato per il percorso nascita ha ribadito che il punto nascita di Termoli va chiuso. È stata valutata anche la pronuncia del Tar, che non ha detto – hanno rilevato i tecnici – che il reparto non può essere dismesso ma che il provvedimento va motivato e vanno organizzati percorsi sicuri e alternativi per le future mamme.
Sul punto, il presidente commissario Donato Toma era preparato. La sollecitazione gli era già arrivata. Il reparto è molto sotto i 500 parti all’anno che le norme di settore richiedono. «La mia posizione ha come priorità la tranquillità e la sicurezza delle partorienti. Quindi credo che chiederò una programmazione all’Asrem per quella che definisco una riorganizzazione dei parti», dice. Per nella prudenza del linguaggio, il destino del reparto appare chiaro. Toma aveva anche preparato il terreno parlando chiaramente, durante l’incontro con il comitato San Timoteo e poi a margine: raggiungere i 500 parti, aveva detto, è auspicabile ma complicato.
Questi in sintesi i punti più importanti del confronto che si è svolto ieri al tavolo di monitoraggio sulla sanità molisana in piano di rientro. La riunione, che si è svolta in modalità mista, ha fatto il punto principalmente sui dati di bilancio del quarto trimestre 2021. Negli 87 milioni di debito pregresso sono compresi anche i 40 accantonati dall’Asrem per il debito delle disciolte Asl con l’Inps e relativo ai contributi sospesi a causa del sisma del 2002. La dg del Mef Adduce ha insistito: è un debito che non può pesare su Asrem ma essendo in capo alle ex Asl è della Regione. L’Inps però ha iscritto un’ipoteca sui beni dell’azienda sanitaria unica, anche perché l’avviso arrivato nella primavera del 2019 in via Petrella non era stato impugnato nei termini. Nel giudizio che si è aperto sulla fase esecutiva su ricorso dell’Asrem è stata pronunciata una sospensiva.
Qualsiasi valutazione più definitiva, spiega il presidente-commissario, sarà effettuata all’esito del contenzioso.
Per quanto riguarda il rispetto dei Lea, di nuovo una bocciatura sugli screening. «Dobbiamo accelerare ma già lo sapevamo e dobbiamo integrare i flussi con dati nuovi», ancora Toma.
Che nella riunione a cui ha preso parte in presenza insieme alla dg Salute Gallo da Roma, in collegamento hanno partecipato il sub Giacomo Papa e le strutture regionali, ha chiesto di sbloccare 38 milioni di fondi premiali ancora fermi a Roma. Insieme agli 8 milioni residui del contributo stanziato dalla Finanziaria 2015 del governo Renzi, costituirebbero un gruzzolo importante, anche se non risolutivo, per cominciare a scalfire il ‘profondo rosso’ dei conti della sanità molisana. La coordinatrice del tavolo Adduce ha in sostanza chiesto di proseguire con la concretizzazione dell’impegno a trasferire al bilancio della sanità tutto il pregresso della fiscalità non versata (in totale 13,5 milioni), per esempio con una previsione nel bilancio che sta per essere approvato. Il commissario si dice quindi «ragionevolmente ottimista». La strada è ancora in salita, ancora Toma, «ma il percorso è tracciato e c’è una visione chiara delle cose da fare e di quando e dove farle. Ci sono decisioni, in relazione agli aspetti finanziari e del commissariamento, che vanno prese in sede politica».
Infine, dal ministero della Salute ha avuto notizia ieri che sta per essere formalizzato l’ok al progetto di centro Covid all’ex hospice del Cardarelli, che una volta fuori dalla pandemia resterà come intervento strutturale. «Al Cipe hanno dato anche l’ok al finanziamento aggiuntivo di 3,6 milioni di euro», aggiunge. Quindi, finalmente per il progetto che ora vale circa 10 milioni potranno partire i lavori.

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