Il Consiglio di Stato ha dato pienamente ragione alle strutture private convenzionate con l’Asrem – Villa Maria, Villa Esther, Potito, Laurelli e Iuvaro – che già in primo grado al Tar Molise avevano ottenuto l’accoglimento del ricorso seguito dall’avvocato Salvatore Di Pardo e quindi l’annullamento del decreto dell’ex commissario Giustini che, a febbraio 2020, ridusse il budget 2019 per le cure a pazienti extraregionali. La quota relativa a quell’anno, dunque, va pagata da parte della Regione anche nei confronti di Neuromed e Gemelli che, in appello, vedono ridursi la portata del verdetto del Tar solo rispetto alle prestazioni salvavita. Per quelle, hanno argomentato i giudici di Palazzo Spada, non c’era un tetto precedentemente fissato e prorogato a cui far riferimento (come invece nel caso delle cure ai non molisani o nel caso dell’alta complessità). Un punto su cui è intuibile che si aprirà un ulteriore contenzioso o comunque un confronto con l’attuale struttura commissariale per fissarlo. E, è auspicabile, anche una riflessione politica. Mettere un tetto alla radioterapia erogabile ogni anno dal Gemelli, per esempio, significa che arrivati al limite si dovrà cercare posto in altre regioni. Per patologie che certo non aspettano.
Molto attese erano invece queste sentenze, arrivate dopo settimane di tensione fra le cliniche e il commissario della sanità. Con due decreti firmati anche dal sub Giacomo Papa, infatti, Donato Toma ha disciplinato le pendenze relative agli anni 2019, 2020 e 2021. Per tutti e tre gli anni non ci sono contratti con le strutture private, che hanno impugnato decreti e provvedimenti consequenziali proprio in ragione del taglio al budget e della fissazione di un tetto invalicabile anche per le cure ai non molisani. Ma il tavolo tecnico preme: gli accordi vanno firmati, oppure si devono revocare gli accreditamenti. Nel frattempo, ad agosto scorso, nelle casse di Palazzo Vitale sono arrivate le somme riconosciute dalle altre Regioni per l’extrabudget 2019: circa 25 milioni di euro in cui la parte da leone la fanno Neuromed e Gemelli. Cifre che comunque pure per le cliniche di minori dimensioni, gestite dall’azienda sanitaria, sono vitali. La struttura commissariale, però, ha subordinato il pagamento alla sottoscrizione dei contratti 2019, 2020 e 2021.
I privati che hanno vinto al Consiglio di Stato non hanno firmato nulla. Il Neuromed ha, dal canto suo, inviato una diffida pesante in via Genova. Le cliniche ritengono che quei soldi siano loro, remunerazione cioè di cure prestate e pagate quindi dalle altre Regioni, e che quindi vanno pagate senza condizioni. L’Irccs della famiglia Patriciello lo ha messo nero su bianco, non escludendo future azioni legali.
Partita complessa e delicata, che si gioca a meno di un anno dal ritorno al voto. Palazzo Spada ha fornito l’assist alla sanità privata del Molise. Sarà interessante capire come le strutture intendano capitalizzarlo.
E non manca un passaggio destinato a far discutere. Spiegano i magistrati amministrativi, respingendo uno dei motivi di appello della struttura commissariale: «(…) I motivi di appello si fondano su una ipotetica esposizione finanziaria della Regione, a fronte delle prestazioni extrabudget rese a favore dei pazienti extraregionali, che è smentita dal meccanismo di rimborso previsto dai precedenti accordi, i quali subordinavano il pagamento delle prestazioni in questione all’avvenuto rimborso, in sede di compensazione interregionale, da parte delle Regioni che subivano la relativa cd. mobilità passiva». Per Palazzo Spada, la mobilità attiva non è un danno per le casse del Molise.

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