Sono passati 30 anni dalla legge che ha decretato la nascita delle aziende sanitarie al posto delle vecchie Usl (unità sanitarie locali). In Molise furono disciplinate quattro “Ausl” (con norma regionale del 1995 che istituì il servizio sanitario regionale): Agnone, Isernia, Campobasso e Termoli. Nel 2005, con la legge 9, fu riordinato il Ssr e creata la Asl unica, denominata Asrem.
In generale, la riforma ha portato quasi al raddoppio delle strutture territoriali, a fronte della riduzione delle strutture di ricovero pubbliche.
Questi i dati illustrati oggi al convegno “Da 30 anni al servizio dei cittadini: il direttore generale nelle aziende sanitarie pubbliche”, organizzato al ministero della Salute dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso). All’evento, riconoscibile fra il pubblico nella foto, anche il direttore dell’azienda del Molise Oreste Florenzano. La discussione si è focalizzata sul ruolo delle Asl che in questi anni è cambiato più volte. Oggi, per esempio, non si tratta solo di qualificare ed elevare l’offerta sanitaria dal punto di vista scientifico, ma soprattutto – almeno in Molise – di riuscire a reclutare operatori (medici e non solo) per continuare a garantire i servizi.
«Senza alcuna retorica, grazie per il lavoro svolto in questi anni, in cui il servizio sanitario nazionale – ha detto il ministro Speranza – è stato sottoposto a una prova senza precedenti e Fiaso è stata il cardine delle diverse realtà territoriali, con la capacità di rispondere a un cambiamento repentino dello scenario. Il nostro Ssn è uno degli elementi di orgoglio del Paese. Dobbiamo avere il coraggio di guardare con attenzione a ciò che verrà, dopo questo momento storico cruciale e senza precedenti, ma con una finestra di opportunità».
La legge 502 del 1992 ha modificato l’assetto del servizio sanitario nazionale. Se prima esistevano 659 Usl, al 2020 le Asl si sono ridotte a 118, sono state istituite 52 Aziende ospedaliere, 21 Ircss, 18 enti intermedi. Contemporaneamente le strutture sul territorio, come quelle residenziali e semiresidenziali, ma anche ambulatori, laboratori, centri di salute mentale, consultori, centri dialisi sono passate da 16.006 del 1997 a 25.292 del 2019. La riforma ha introdotto inoltre la figura del direttore generale dell’azienda sanitaria. L’età media dei dg è di oltre 58 anni e il 22% dei ruoli di direzione generale è rivestito da donne. Nel 2018 quest’ultimo dato era del 14,4% e nel 2002 appena il 3%.

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