La sede del 118 che nel 2021 ha realizzato il maggior numero di interventi è stata depotenziata dal 1 luglio. Via Montegrappa, a Campobasso, ha subito lo stesso destino di Castelmauro, Sant’Elia a Pianisi e Cerro al Volturno. Ora lavora in assetto ‘India’, se il soccorritore e l’infermiere arrivano con l’ambulanza sul luogo di un incidente e c’è bisogno di un medico, quest’ultimo deve arrivare da un’altra sede. Come? Ma sull’auto medica! E chi la guida? Il medico è convenzionato e non ha copertura assicurativa. L’infermiere allora… Meglio di no perché altrimenti la postazione resta sguarnita. Risolto! Lo accompagna un autista dell’associazione che gestisce la sede, un volontario in più, che non si dica che la sanità del Molise è solo tagli… Anche questa soluzione dura poco: per le onlus è troppo onerosa. Peraltro, stanno ancora aspettando che l’Asrem si decida a tirare fuori dal cassetto l’avviso per l’assegnazione delle postazioni, quello che quanto meno riconosce un incentivo per le assunzioni. Approvato da settimane insieme al nuovo regolamento (che ridefinisce secondo una logica l’assetto delle varie sedi e non in base alle esigenze del momento), il bando non è stato pubblicato. Si va avanti in proroga.
Non è la bozza di un racconto satirico, né il tentativo di denigrare l’operato dell’azienda sanitaria o la centrale operativa del servizio di emergenza. È quello che avviene quotidianamente nel 118 del Molise.
La carenza di medici ha superato il livello di guardia, chi può sceglie la medicina territoriale e di base, l’ospedale, le guardie mediche perfino. Chi resta assiste stanco ed esasperato, racconta il declino. In forma riservata, perché tra le poche regole che funzionano nell’amministrazione della malconcia sanità molisana sembrano esserci quelle disciplinari. In senso lato.
Curiosamente, a Montegrappa non c’è più il medico dallo stesso giorno – il 1 luglio – in cui il presidente Toma raggiunge con le organizzazioni sindacali l’accordo integrativo che assicura 10 euro in più per ogni turno aggiuntivo ai pochi camici bianchi in servizio. Da 30 euro a 43,50. Turni aggiuntivi che, per come è congegnato il rapporto convenzionale, servono ai singoli professionisti per raggiungere il monte ore che spetta loro per contratto. Ma che appesantiscono non poco il lavoro. Senza contare che si scatena quasi una caccia al turno in più che non fa bene all’ambiente e alle prestazioni.
L’estate del 2022, comunque, porta a quattro le sedi India. Un quarto del totale. Soccorritori e infermieri, formati ed esperti, garantiscono l’assistenza, certo. E in questo modo i medici possono essere spostati a coprire i ‘buchi’ di altre postazioni. Così è accaduto a Sant’Elia (rimedicalizzata e ora di nuovo demedicalizzata), di fatto accorpata a Riccia. «Due medici – racconta un operatore – si sono trasferiti a Riccia. Se c’è bisogno di una consulenza alla postazione di Sant’Elia, da effettuare sul luogo del soccorso, il medico quindi deve partire da Riccia. Ma non ha copertura per guidare l’auto medica. Se lo accompagna l’infermiere, che è un dipendente Asrem, una sede primaria rimane scoperta. Si è tentato con un volontario delle associazioni, ma non ha funzionato molto perché per le onlus è dispendioso». Intoppi. In un servizio che dovrebbe scorrere liscio come l’olio e andare veloce, visto che si tratta del servizio salvavita per eccellenza.
Ma torniamo alla vicenda di Montegrappa, che serve, vale la pena ricordarlo, l’hinterland di Campobasso oltre alla città. I tre medici che aveva in forze sono stati dirottati rispettivamente a via Toscana (l’altra sede del capoluogo di regione), Trivento e Bojano. In ballo per diventare India c’era pure Frosolone: 951 interventi nel 2021 e tre medici. Numero da “sotto organico” per tutte le postazioni, è bene precisarlo. Non lontano, c’è la sede al momento più in difficoltà, cioè Isernia. Capoluogo di provincia, con un bacino d’utenza molto più ampio e 2.440 interventi all’attivo l’anno scorso. Ha solo due camici bianchi in forze. «Si regge sulle supplenze da fuori sede», testimonia un altro operatore. Nessun soccorso è però arrivato da Frosolone. «Si vocifera di un intervento della politica per evitare la decisione, ma io non so se sia vero. Una cosa è certa: i colleghi, sia di Isernia sia di Frosolone, si sobbarcano lavoro ordinario e straordinario». Forse i rinforzi arriveranno da qualche sede che, dopo la demedicalizzazione di Montegrappa, ora ha sei unità. Come Bojano.
Sembra un gioco dell’oca. Ma no, non lo è. Sulla salute dei cittadini nessuno deciderebbe coi dadi… O no?
ritai