Una gestione fallimentare quella del direttore dell’Asrem Oreste Florenzano – destinatario già di una mozione di sfiducia del Consiglio regionale – ‘certificata’ ora anche dalla Corte dei Conti del Molise a chiusura dell’istruttoria di controllo sulla relazione del Collegio sindacale dell’azienda sanitaria regionale. Una bocciatura netta che «non lascia spazio a interpretazioni» per la capogruppo dem a Palazzo D’Aimmo che intesta il fallimento anche al governatore-commissario Donato Toma. Undici le contestazioni rilevate dai giudici contabili, alcune della quali gravissime. Tra i rilievi l’inattendibilità del bilancio di previsione con la perdita d’esercizio che sfiora i 50 milioni di euro «in merito alle prestazioni intramoenia, mancata individuazione e quantificazione dei costi correlati alla gestione, nello specifico quelli indiretti».
«Ma la Corte – annota ancora la consigliera del Pd – rileva anche criticità connesse all’aumento del rischio generato dalle cause promosse dai dipendenti e co.co.co. assunti a tempo determinato e di quello afferente al contenzioso per acquisti dei beni da privati accreditati che, anche per l’esercizio 2020, non hanno sottoscritto le convenzioni». Tra i punti cerchiati in rosso dai giudici ci sono poi gli incarichi conferiti dall’Azienda più volte e in contrato, «le ingenti perdite non coperte, pari a euro 229.627.609,00 e l’ingente ammontare di crediti verso la Regione per spesa corrente e per versamento a patrimonio netto che, sommati a quelli degli esercizi pregressi, sono complessivamente pari a euro 73.694.013,60».
Nell’ambito dell’attività di revisione, inoltre – sottolinea Fanelli – si evidenzia la mancata effettuazione dell’attività di circolarizzazione, iniziata solo a partire da ottobre 2021; la mancata restituzione dell’anticipazione di tesoreria per un importo pari, al 31 dicembre 2020, a euro 17.187.180,50; il mancato rinnovo della convenzione di tesoreria (criticità particolarmente risalente) e, dulcis in fundo, la non operatività dei sistemi budgetari e di contabilità analitica.
Insomma «fatti, atti, non opinioni politiche, che certificano una gestione incompetente, miope, poco rispettosa delle leggi, del personale in servizio, dei cittadini che, non per colpa loro, non trovano in Molise un sistema sanitario capace di garantire i diritti minimi, non per colpa dei medici, degli infermieri e dei lavoratori dell’Azienda sanitaria, ma per un management che, carte alla mano, non è mai stato all’altezza del compito assegnato».