Diciotto Regioni su 20 hanno stanziato fondi per borse di studio aggiuntive per le specializzazioni mediche. Il Molise non è fra queste. Il presidente della Commissione Giovani dell’Ordine dei medici di Campobasso, Federico Di Renzo, esprime perciò «tanta amarezza e dispiacere».
In una nota inviata al governatore Donato Toma, e per conoscenza alla dg Salute Lolita Gallo, Di Renzo lamenta «la totale assenza di dialogo con le istituzioni regionali ed in particolare con il presidente. Abbiamo più volte inviato la richiesta di interlocuzioni su argomenti fondamentali per i giovani professionisti sanitari del settore medico quali: specializzazioni, formazione e le attività lavorative, ivi comprese le Usca, senza alcuna risposta».
A tutto questo si aggiunge la mancata previsione di borse aggiuntive. Il decreto direttoriale del Miur, numero 1229 del 27 luglio scorso, reca i “Requisiti specifici richiesti per la fruizione di taluni dei contratti aggiuntivi di formazione medica specialistica finanziati da enti pubblici e privati per l’anno accademico 2021/2022”. Dal provvedimento si apprende che 18 Regioni su 20 hanno stanziato borse aggiuntive per le specializzazioni mediche «e purtroppo tra le due mancanti c’è il Molise. Ormai dal 2019 – ricorda Di Renzo – la Regione finanziava stabilmente almeno un contratto aggiuntivo per i soli molisani con obbligo a rimanere negli anni successivi in regione per combattere il fenomeno dei concorsi vuoti e per creare gli specialisti nei settori di maggiore carenza. Con questo mancato finanziamento si blocca un percorso virtuoso che poteva dar modo ai giovani medici molisani di crescere professionalmente nella loro terra ed ai cittadini di avere gli specialisti del futuro per un modello sanitario sostenibile per la nostra regione».
Tutto ciò, conclude il presidente della Commissione Giovani dell’Omceo di Campobasso, «genera sconforto per una mancata programmazione regionale che si ripercuoterà non solo sulla sanità ma sul tessuto economico e sociale del nostro territorio. Esprimiamo quindi la nostra più profonda mestizia per l’inadeguata programmazione sanitaria e formativa dell’istituzione regionale».