Siamo aperti a qualsiasi soluzione per evitare la sospensione della radioterapia per i pazienti molisani. Ma deve essere formalizzata, chiara e fattibile. Questa in sintesi la replica dei vertici del Gemelli alla conferenza stampa di Toma e Papa.
Del piano B della Regione, illustrato dal commissario e dal sub ieri mattina alla stampa, le parti hanno parlato già più volte. Ma, ha commentato il presidente del Gemelli Stefano Petracca, intanto la soluzione è stata avanzata solo oralmente. Inoltre, ha spiegato dopo un incontro informale con il sindaco di Campobasso Gravina sulla vicenda, alla struttura commissariale sono state formulate diverse perplessità. «Dubbi che la Regione conosce sia in ordine alla fattibilità di questo percorso sia in ordine al senso che avrebbe».
Innanzitutto, fino al 31 dicembre Gemelli ha 2.200 prestazioni di specialistica ambulatoriali già prenotate. Non di radioterapia, visite ed esami di altro genere. Quella parte di budget, cioè, che Toma intende riorientare con decreto. «A oltre duemila persone noi dovremo dire: ci dispiace ma dovete andare altrove perché noi dobbiamo erogare radioterapia in questi mesi. E inoltre la Regione dovrebbe garantire la Tac, faccio un esempio, o la visita cardiologica nella stessa data in altre strutture pubbliche o private. Assumiamo che questo sia possibile, sarà comunque un costo per le casse regionali, ci sarà un aggravio del budget totale». Fattibilità e senso, dunque.
Senza dimenticare, ha aggiunto Petracca senza calcare troppo la mano ma in maniera chiara, che se per tre mesi Gemelli non effettuerà Tac convenzionate con il Ssn dovrà risolvere il problema dei tecnici della radiodiagnostica. Che strade ci sono? La cassa integrazione o comunque ripercussioni sui livelli occupazionali.
Piuttosto, allora, la controproposta del centro è capire se si può reindirizzare il budget non utilizzato di altre strutture alla radioterapia. «Siamo aperti a qualsiasi soluzione, non vogliamo mettere in pericolo la salute dei molisani. Ma la soluzione deve essere chiara e fattibile. Ci dispiace molto dello sgomento e della paura che il nostro annuncio ha creato fra la popolazione. Era un grido d’allarme, lanciato per tempo proprio per evitare che lo stop si concretizzasse, c’è tempo per risolvere. Siamo stati crudi e diretti, abbiamo detto cosa accade nella sanità molisana. Forse questa è la nostra colpa. Ma non era un attacco politico e voglio respingere le strumentalizzazioni di queste ore. Né era un attacco al singolo, a Toma che anzi è sempre stato ed è molto disponibile. Il problema è il sistema per cui lui non può autorizzare a sforare il budget. Purtroppo però il tumore non si ferma, non va in vacanza e anche ad agosto gli stipendi vanno pagati».