Segnali di distensione fra la struttura commissariale e il Gemelli sulla ‘vertenza’ Radioterapia. Dopo la conferenza stampa di lunedì, in cui ha ricordato di aver chiesto a Roma l’ok a sforare il tetto di spesa per i trattamenti salvavita erogati dal centro di contrada Tappino e ha illustrato anche il piano B che prevede un decreto con cui il budget non utilizzato dal Gemelli sarà rimodulato e orientato solo alla radioterapia, ieri il commissario Donato Toma ha ribadito: «Il problema dell’interruzione della radioterapia all’ospedale Gemelli Molise non esiste, non c’è e non ci sarà. Lo voglio ripetere ancora una volta. La comunicazione deve essere precisa. A luglio abbiamo chiesto ai tecnici del Ministero di mettere fuori budget fondi utili per la struttura e aspettiamo – ha spiegato – presto risposte. Comunque sia, se non arrivassero (ma sarebbe grave) abbiamo già la soluzione. Per noi è una priorità».
Il presidente del Gemelli Stefano Petracca, preso atto di questa dichiarazione, ha quindi a sua volta commentato: «Siamo fiduciosi come sempre in una pronta in una soluzione del problema, nell‘interesse della salute dei cittadini molisani». Segno che la soluzione sarebbe vicina.
È la deroga la prima scelta della struttura, che nella rimodulazione interna del budget vede invece una proposta poco fattibile e comunque non indifferente per la spesa sanitaria complessiva. Le prestazioni di specialistica ambulatoriale già prenotate al centro fino al 31 dicembre sono 2.200. La Regione, ha osservato lunedì Petracca, dovrebbe garantirle nella stessa data in altre strutture, pubbliche o private.
Il pressing sul governo, in carica per gli affari correnti ma questi lo sono, si è intensificato. Anche il deputato uscente dei 5s Antonio Federico ha sondato il terreno e chiesto di evitare uno stop che sarebbe drammatico per i pazienti oncologici del Molise. «Poco fa dal ministero della Salute mi hanno assicurato che nessun molisano resterà senza prestazioni di radioterapia dal prossimo 1 ottobre», così Federico ieri pomeriggio. Tuttavia, ha sottolineato, «la programmazione proposta dal commissario Toma» deve «essere appropriata e coerente con il fabbisogno dei cittadini molisani. Ed è giusto che ciascuno si prenda le proprie responsabilità: immaginare un ruolo prevalente del pubblico è sacrosanto, ma allo stesso tempo è fondamentale che la struttura commissariale impari a programmare per tempo, perché farlo a fine anno significa continuare a sovraccaricare liste d’attesa già lunghe. Ad ogni modo il sistema del budget ha ragion d’essere solo con un’adeguata programmazione e ogni suo sforamento, ogni sua modifica, necessitano di una autorizzazione dai ministeri affiancanti (Economia e Salute) perché siamo in piano di rientro».
Non la pensa così l’ex governatore Michele Iorio. che ha parlato di «dibattito assurdo in cui si discute di fantomatici interventi di alta politica, si tirano in ballo autorizzazioni del tavolo tecnico. E per cosa? Per una soluzione evidente, banale e lapalissiana perché già insita nel problema». La soluzione, a suo parere, è questa: «Integrare il contratto sforando il budget a disposizione che è chiaramente insufficiente a causa del calcolo sbagliato a monte relativo al numero dei pazienti oncologici che necessitano della radioterapia.
Per far questo non c’è bisogno né di scomodare ministri né di chiedere autorizzazioni tecniche perché qualora non ci fosse l’integrazione contrattuale, comunque i sevizi di cui parliamo devono essere garantiti ai molisani che però dovrebbero riceverli da strutture fuori regione. Quindi comunque la Regione Molise dovrebbe spendere un importo non previsto. Non capisco allora le conferenze stampa della struttura commissariale che, in un modo o nell’altro, dovrà dar luogo ad una spesa aggiuntiva. Amplificare una problematica che può essere risolta in pochi minuti con un semplice decreto – ha puntato il dito Iorio – lo trovo da principianti allo sbaraglio che, non sapendo cosa fare, allarmano maggiormente i cittadini».
Ulteriore dimostrazione, questa vicenda, che il commissariamento – ha concluso Iorio – va eliminato e la gestione della sanità «deve tornare nelle mani del Consiglio regionale».

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